«Aver creato le parafarmacie inquadrate come esercizi commerciali con la presenza del farmacista è stato un errore». A dichiararlo è stata la deputata del Partito democratico Silvia Fregolent, che in un’intervista rilasciata a Quotidiano Sanità parla di «anomalia tutta italiana», e di «pasticcio che tra l’altro ha dato l’illusione a molti professionisti che si trattasse dell’anticamera per arrivare ad essere titolari di una farmacia». La stessa parlamentare poi annuncia «un disegno di legge ad hoc per risolvere la questione».
In particolare, l’idea avanzata da Fregolent è di indire un nuovo concorso, che stavolta tenga in considerazione, nella fase di attribuzione dei punteggi, il fatto si essere stati titolari di parafarmacia: «L’idea è quella di valorizzare il lavoro svolto da questi professionisti e in questo senso credo anche andranno riviste le piante organiche». Quanto ai rapporti tra questo ipotetico nuovo concorso e quello del 2012, che ancora in molte regioni non è arrivato alla fine del proprio iter, la deputata ritiene che al primo occorra fare «un tagliando. Non dico ripartire da zero ma effettuare controlli», soprattutto per quanto riguarda «la trasparenza nelle assegnazioni». E poi aggiunge: «Me lo faccia dire: la titolarità della farmacie non può essere ereditaria ma dev’essere rimessa sul mercato». La parlamentare si dichiara quindi contraria alla liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C, perché «una sentenza della Consulta lo vieta» e perché «il punto è valorizzare la professione di farmacista e smetterla di focalizzare l’attenzione sul farmaco».
Secondo quanto riportato dalla testata specializzata, Fregolent ha già discusso con «alcuni colleghi della commissione Affari sociali» della Camera e con il responsabile salute del Pd della possibilità di presentare un nuovo disegno di legge. Quindi arriva una stoccata alle liberalizzazioni di Bersani: «Se 10 anni fa si fossero semplicemente aperti i concorsi per nuove sedi di farmacie ora tutto ciò non servirebbe».
Alle parole della deputata democratica ha replicato il senatore D’Ambrosio Lettieri, che ha ritenuto «sorprendenti e in parte preoccupanti le dichiarazioni rilasciate dalla deputata del Pd. Ne ricavo la conferma che tra i democratici il tema della farmacia è ancora molto divisivo, e questo spiega probabilmente il continuo differimento del Ddl Concorrenza dall’esame dell’Aula del Senato». «Tuttavia – ha aggiunto – tra i piddini “duri e puri” che difendono ancora alcune improvvide scelte rivelatesi oggi fallimentari per tanti farmacisti, giovani e meno giovani, e quelli che oggi recitano il mea culpa, evidentemente non c’è alcuna differenza: dalle liberalizzazioni punitive e deleterie di ieri siamo passati all’esproprio proletario di oggi. Fregolent, infatti, afferma testualmente che “la titolarità della farmacie non può essere ereditaria”: vuol dire che il PD resta ostaggio di sé stesso e dei dai suoi vecchi nodi ideologici».
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