contraffazione farmaciVytenis Povilas Andriukaitis, commissario europeo per la Salute e la Sicurezza alimentare, ha risposto ad un’interrogazione scritta del deputato del Partito popolare europeo Nuno Melo in materia di vigilanza sul fenomeno della contraffazione di farmaci. «La Commissione – si legge nel documento di Andriukaitis – è consapevole del fatto che è stata effettuata l’operazione annuale Pangea, coordinata dall’Interpol e che coinvolge il Gruppo di lavoro delle agenzia sanitarie europee». L’organismo esecutivo di Bruxelles ha tuttavia spiegato di non avere accesso ai risultati dell’attività di indagine, benché abbia ricevuto «informazioni in merito a ritrovamenti di medicinali falsi attraverso i dati messi a disposizione dalle competenti autorità europee», così come in materia di farmaci «difettosi». «Sosteniamo con forza – ha aggiunto il commissario alla Salute – l’iniziativa Pangea, il cui obiettivo è di scoraggiare il fenomeno della contraffazione di medicinali. Gli Stati membri rimangono responsabili in merito alle attività di verifica del rispetto della normativa in vigore, nonché per quanto riguarda la necessità di informare in modo adeguato le farmacie. A partire dal 2015, a tutte le farmacie online che operano legalmente nell’Unione europea è richiesto di pubblicare sui propri siti internet un bollino, che consente ai cittadini di distinguere tra i soggetti autorizzati e quelli che non lo sono. La Commissione ha anche sviluppato un kit per aiutare gli Stati membri a effettuare campagne informative in merito». «Inoltre – conclude il testo – stiamo implementando un sistema di tracciabilità e di verifica per i farmaci, che verrà applicato a partire dal mese di febbraio del 2019. Nel corso del prossimo anno, infine, la Commissione invierà un rapporto al Parlamento europeo e al Consiglio, con l’obiettivo di aiutare ad identificare le best practices ed introdurre un sistema sanzionatorio utile per scoraggiare il fenomeno». Nello scorso mese di marzo, in un’intervista concessa a FarmaciaVirtuale.it, Domenico Di Giorgio – dirigente dell’Ufficio Qualità dei prodotti e Contrasto al crimine farmaceutico dell’Agenzia Italiana del Farmaco – aveva ricordato che l’operazione Pangea, nel 2016, aveva consentito di sequestrare alla frontiera circa 80.000 unità di farmaci in Italia. Ma aveva allo stesso modo spiegato che «è difficile quantificare l’entità del fenomeno» nel suo complesso.

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