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Prima la Puglia con la procedura anomala di una graduatoria provvisoria, poi Liguria e Toscana con le graduatorie definitive. Sono 89 le sedi in Liguria, 131 in Toscana,188 in Puglia. Voci di corridoio indicano che almeno altre due grandi Regioni sarebbero ormai pronte. Finalmente qualcosa di concreto c’è, anche se a parere di illustri esperti si prevede un prolungamento della stagione giudiziaria. Speriamo di non dover per l’ennesima volta demandare tutto ai giudici. D’altro canto i pasticci del testo della legge Monti e le successive dubbie interpretazioni favoriscono questo rischio. E a tal proposito, come era facilmente prevedibile, la ampia discrezionalità, lasciata a nostro avviso in maniera assolutamente ingiustificata in un concorso per soli titoli alle valutazioni delle commissioni, sta producendo effetti devastanti. Pochi e semplici esempi per rendersene conto: la Regione Puglia premia il merito per il voto di laurea, nulla al disotto di 88/110. Toscana e Liguria invece attribuiscono punti a tutti a partire dal minimo: da 67 a 110 si aggiunge per ogni voto un punteggio di 0,108. Risultato: se in Puglia due associati con voto di laurea rispettivamente di 88 e 92 racimolano poco più di un punto (0,2+0,90), nelle altre due Regioni raggiungono addirittura i 5 punti del 110 e lode (2,374 + 2,8060= 5). Questo per il voto di laurea. Vediamo le specializzazioni: in Puglia 1 punto, in Liguria 1,5 e in Toscana 2. Un punto può valere anche 100 posizioni in graduatoria. E un master in Puglia vale 0,4, in Liguria 0,5, in Toscana da 0,7 ad1 punto. L’abilitazione dà punti in Puglia se si consegue almeno l’80% della votazione massima, mentre nelle altre due Regioni basta il 65%. Proseguendo con pubblicazioni, libri, lauree triennali le cose non cambiano. Una sola cosa, per fortuna, sembra accomunare tutti: il calcolo degli anni di servizio si basa non sul criterio cronologico, ma sul criterio più favorevole al candidato. Almeno in questo sembra ci sia un percorso comune, salvo ovviamente sorprese. Il cammino è ancora lungo.
Carlo Ranaudo
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