«Il concorsone del 2012 presentato come soluzione alle richieste di libertà professionale per i giovani farmacisti e che doveva permettere le aperture delle nuove farmacie entro aprile 2013, pena commissariamenti e sanzioni, nel corso del tempo ha dimostrato tutti i suoi limiti e contraddizioni.  Ad oggi in Campania non è stato effettuato nessun interpello, e nessuna farmacia e’ stata aperte, anzi siamo ancora alla graduatoria provvisoria». Sono queste le parole di Davide Giuseppe Gullotta, presidente della Federazione nazionale parafarmacie italiane (Fnpi), intervenuto sulla tematica del concorso straordinario Campania. Come riportato da FarmaciaVirtuale.it ai propri lettori, solo lo scorso febbraio fu pubblicata la graduatoria provvisoria per l’assegnazione di nuove sedi farmaceutiche sul territorio della regione Campania. «Di fatto – evidenzia Gullotta – nessuna Regione ha rispettato i parametri temporali previsti dal concorsone e nel corso degli anni si sono accumulate differenze notevoli tra le varie regioni, tanto che abbiamo regioni al quinto interpello e altre che dopo sette anni ancora devono iniziare».

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Secondo Gullotta «tutto questo dimostra come proposte fantasiose, per i farmacisti di parafarmacia cosiddetti “puri” di riassorbimenti attraverso le sedi non aperte concorso 2012 sono mere illusioni ed inganni, utili solo per sviare ulteriormente l’attenzione dalla richieste di libertà professionale che vengono dalla categoria». Ciò alla luce del fatto che «dopo sette anni dal concorsone, possiamo tranquillamente dire che la problematica dell’accesso alla professione per i farmacisti e’ rimasto immutato e anzi con la nascita delle farmacie delle multinazionali, si stanno manifestando sempre di più casi di sfruttamento e svilimento della professione».

Sul tema delle tempistiche era intervenuto a più riprese Maurizio Manna, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Benevento. «Il concorso – aveva spiegato Manna a FarmaciaVirtuale.it – è in pieno svolgimento. Ci sono stati dei ritardi, ma giustificati da due ragioni, che non hanno nulla a che vedere con problemi di natura “geografica”, visto che spesso si punta il dito contro le regioni del Sud Italia. La prima motivazione è legata al fatto che in Campania si è assistito ad un accavallamento tra la procedura del concorso straordinario e quella del concorso ordinario, che tra l’altro sono effettuate con metodologie diversi. A tale questione poi se ne è aggiunta una seconda, ovvero il fatto che a livello regionale c’è stato un cambiamento dal punto di vista politico. La precedente amministrazione, che era guidata da Caldoro, aveva infatti nominato una commissione incaricata di vagliare i titoli dei candidati al concorso. Quando si è passati alla gestione De Luca, però, si è scelto di azzerare la commissione e di nominarne un’altra. I membri della prima hanno però proposto un ricorso alla giustizia amministrativa, che ha dato loro ragione. Di conseguenza, la nomina della nuova commissione è stata annullata e la vecchia è tornata nel pieno dei propri poteri. Ma in questo modo abbiamo perso qualcosa come un paio di anni rispetto alle altre regioni».

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