fatturato ssn«Per il compleanno del proprio figlio, un piccolo farmacista, pensionato, ha proposto alla famiglia di andare in pizzeria per festeggiare. Il figlio ricorda al padre che la pizza gli rimane spesso sullo stomaco e propone al padre di andare a festeggiare in una spaghetteria e la spesa in eccesso, rispetto alla pizza , se la sarebbe accollata lui. La spesa per la pizza per 6 persone è stata calcolata 60,00 euro La spesa per la spaghettata, sempre per 6 persone, ammonta, invece, a 75,00 euro. Il figlio consegna al padre i suoi 15,00 euro come pattuito. Il padre aggiunge i suoi 60,00 euro per poter pagare i 75,00 euro alla spaghetteria. La spaghetteria riceve pertanto i dovuti 75,00 euro. Non un euro di più rispetto al richiesto. Padre e figlio hanno contribuito, per quote stabilite, al saldo di quanto richiesto dalla spaghetteria. I 15,00 euro del figlio non sono un surplus o una tassa ma una compartecipazione alla spesa». Comincia così la “favola” raccontata da Pasquale Sechi, presidente di Federfarma Oristano, in un post sul gruppo Facebook “La Casa dei farmaciati”, che in questo modo ha voluto proporre una metafora di ciò che accade «anche in farmacia, quando il cittadino preferisce avere il farmaco di marca anziché l’equivalente». La spiegazione del dirigente sul tema è la seguente: «Quando il paziente non vuole l’equivalente della Cardioaspirina, che avrebbe gratuitamente, ma preferisce l’originale, il farmacista (oste) dice al cittadino (figlio): “Guarda che il Servizio sanitario nazionale (padre) per darti la medicina ti può dare soltanto 1,41 euro, ma il farmaco originale costa 2,35 euro. Se vuoi dunque l’originale devi aggiungere di tasca tua 0,94 euro, perché il costo del farmaco è di 2,35 euro e il farmacista è vero che lo compra con lo sconto di legge ma calcolato sui 2,35 euro”». In pratica, dunque, «l’oste (farmacista) non sta chiedendo soldi in più (ticket) ma il giusto prezzo del farmaco! O logos deloy oti (il che significa “la favola insegna che”) allorquando è richiesta una simile partecipazione alla spesa il farmacista non preleva quote aggiuntive da versare allo Stato e non incrementa il proprio fatturato rispetto alla vendita dello stesso farmaco completamente pagato dal cittadino e non a carico, quindi, del Ssn. Poiché anche in una spesso citata Sentenza del Consiglio di Stato si parla di “fatturato a carico del Ssn”, non si può pretendere di inserire, in questo, il fatturato (non ticket) determinato dalla compartecipazione del cittadino. Se così fosse, tale calcolo, per assurdo, dovrebbe comprendere il fatturato globale della farmacia stessa».

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