L’Associazione nazionale professionale farmacisti non titolari (Conasfa) torna ad accendere i riflettori sul rinnovo del contratto collettivo nazionale farmacisti alla luce del ruolo dei professionisti nel corso dell’epidemia da covid-19. Secondo quanto evidenzia l’associazione di categoria, infatti, «in questo difficile momento storico i dipendenti di farmacia si sono spesi fisicamente e mentalmente per svolgere al meglio il ruolo sanitario che compete loro». I farmacisti infatti «nonostante il mancato rinnovo del contratto e le difficoltà oggettive di essere in certi momenti» si sono rilevati «uno dei pochi punti di riferimento per la popolazione» e dunque «all’altezza del ruolo che ci compete».

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Il riconoscimento delle istituzioni

Conasfa sottolinea che «seppur tradivo, il riconoscimento delle istituzioni è arrivato, ma ci saremmo aspettati quantomeno una svolta sul rinnovo del contratto e la garanzia di tutele per la nostra sicurezza sul posto di lavoro. Invece ancora una volta ci viene chiesto di aspettare il rinnovo della convenzione per poter anche solo cominciare a parlare di rinnovo del contratto e anche di svolgere ruoli sanitari che non sono nostri e per i quali non siamo stati né formati né tutelati (tamponi, test sierologici, vaccini)».

L’appello al ministro della Salute

Da li, l’appello al ministro della Salute: «I sindacati confederali – conclude Conasfa – hanno scritto in questi giorni al ministro Speranza perché prenda a cuore la nostra situazione. Il Ministro ha avuto per noi parole di stima anche in occasione del convegno nazionale. Adesso è arrivato il momento di agire perché c’è una categoria di lavoratori del sistema Sanitario che conta circa 60mila farmacisti che sono stanchi di rinvii e di richieste assurde. Confidiamo nelle rappresentanze sindacali e nella politica perché si possa trovare presto una soluzione a questa situazione di stallo che ci sta portando all’esasperazione».

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