cannabis-ad-uso-medicoIl portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica, del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità, ha pubblicato la relazione semestrale (gennaio-giugno 2018) sulle sospette reazioni avverse legate all’assunzione di cannabis ad uso medico. «Al 30 giugno 2018 – si legge del documento – nel sistema di fitosorveglianza sono state registrate 76 segnalazioni di sospette reazioni avverse associate a uso medico di cannabis, di cui 19 pervenute nel periodo 1.1.2018- 30.6.2018. L’età mediana dei pazienti era di 62 anni (range: 22-91), le donne rappresentavano il 76% del totale delle segnalazioni. La maggior parte delle segnalazioni (68%) è stata inviata da operatori sanitari della regione Toscana, hanno segnalato anche operatori sanitari della Piemonte, Liguria, Veneto, Lombardia e Abruzzo, Emilia-Romagna. I prodotti utilizzati erano Bedrocan, Bediol, FM2 e Pedanios.

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Il motivo d’uso prevalente era il dolore neuropatico, seguito da terapia di supporto e palliativa; inappetenza e dolore oncologico, cefalea. In 58 casi (76%) era indicato l’uso concomitante di farmaci. Sono state riportate reazioni di tipo psichiatrico (disforia, crisi di panico, allucinazioni visive, stordimento, sopore, depressione maggiore, confusione mentale, ecc.); sintomi dermatologici e/o allergici (dermatite, prurito, rossore e gonfiore delle palpebre e del volto, laringospasmo); gastrointestinali (vomito incoercibile, gastroenterite, dissenteria), inefficacia».

Inoltre, in 13 «le reazioni sono state definite gravi (ospedalizzazione, osservazione breve o visita al Pronto Soccorso). Tutte le segnalazioni sono state valutate, secondo le modalità del sistema di fitosorveglianza, e la relazione della causalità tra evento e assunzione di cannabis è risultata quasi sempre probabile (solo in due casi la relazione è stata valutata “possibile”). In tre casi è stata assunta per errore una dose di cannabis superiore alla posologia prescritta. Per quanto riguarda la via di somministrazione in un solo caso la cannabis era stata assunta per via inalatoria, negli altri per via orale. In 20 casi era stato assunto olio di cannabis».

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