fattura elettronicaL’introduzione della fattura elettronica nei confronti della pubblica amministrazione può consentire di centrare risparmi, diretti e indiretti, pari a circa 1,6 miliardi di euro. Che possono crescere a 3 miliardi se il metodo sarà applicato al 20% dei rapporti tra gli operatori. E schizzare alla cifra astronomica di 60 miliardi se sarà adottato da tutti i soggetti economici del Paese. A spiegarlo è lo studio legale Bacigalupo-Lucidi, che sottolinea come «di fronte a questa prospettiva, il legislatore italiano e europeo abbia iniziato a imporre obblighi e prevedere opzioni per l’utilizzo della fatturazione elettronica e per la trasmissione telematica dei corrispettivi».
Così, la fattura elettronica nei confronti della P.A. è stata imposta in Italia da un decreto legislativo, a partire dal 1 gennaio 2017. «È stato anche messo a disposizione dei contribuenti – prosegue lo studio di avvocati – un servizio gratuito per la generazione, trasmissione e la conservazione delle fatture elettroniche, prevedendo altresì che il ministero dell’Economia renda accessibile un “sistema di interscambio” (SdI) ai fini della trasmissione e della ricezione delle fatture elettroniche per gli scambi economici tra operatori privati». Questi ultimi sono stati invitati «ad adottare (per opzione) il sistema della fatturazione elettronica, poiché “in cambio” beneficeranno di alcuni “premi” di natura fiscale, come l’eliminazione dell’obbligo di invio dello spesometro e degli elenchi Intrastat, la riduzione di un anno dei termini di decadenza per la notifica degli accertamenti fiscali e un percorso “facilitato” per i rimborsi Iva».
Pertanto, «una volta tanto, va apprezzata l’opera dello Stato, che ha rispettato i termini imposti dai provvedimenti normativi e ha mostrato una grandissima competenza in materia. In questo quadro, sarà inevitabile che in breve tempo tutti gli operatori economici saranno indotti ad adottare il sistema della fatturazione elettronica (l’obbligo per le farmacie è stato già sperimentato sulla loro pelle con la FEPA), scelta che, ad esempio, hanno già operato alcuni distributori intermedi attenti all’evoluzione normativa».

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