«La querelle sulle parafarmacie sembra destinata a durare in eterno». A spiegarlo è Luigi Schlich, farmacista cagliaritano, che in una lettera aperta ha indicato le proprie opinioni in materia. «La nostra economia ed i nostri mercati sono impostati sul modello capitalistico e, giova ricordarlo, ultra-concorrenziale. In questo contesto, nessuno, in nessun campo, è disposto a cedere di un millimetro rispetto alla posizione che occupa», osserva il professionista. «È evidente – prosegue – che chi arriva in un settore già presidiato da solide realtà si trovi in difficoltà e trovi grande resistenze, Peraltro più che legittime. Fofi e Federfarma non fanno altro che cercare di tutelare coloro che rappresentano, e dispiace notare ogni volta questi toni accusatori al limite del diffamatorio».
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La critica è rivolta in particolare al Mnlf, che più volte ha parlato di privilegi e chiesto un’apertura completa del mercato: «La realtà è che i privilegi non sono più tali da almeno dieci anni, stravolti da una quantità abnorme di leggi sulla concorrenza». Secondo Schlich, anzi, «stupisce la capacità di resistenza delle farmacie, con la crisi che attanaglia circa un terzo delle famiglie italiane, non sono rurali, e pone in condizioni di sofferenza anche le realtà più consolidati». E perfino la GDO, «il nostro grande spauracchio e concorrente, soffre a sua volta a causa dei giganti del web che, grazie a politiche europee a dire poco lacunose, possono permettersi di pagare imposte ridicole e quindi di proporsi in modo sleale sul mercato».
Per quanto riguarda poi i riferimenti ad altre realtà europee nelle quali esistono le parafarmacie, Schlich ritiene che «si potrebbe disquisire a lungo se sia opportuno o meno imitare gli altri (benché pochi). Dal mio punto di vista le parafarmacie sono state, sono e saranno sempre un’anomalia, un ibrido, una mescolanza ambigua, a metà strada tra una farmacia e la GDO ma ben lontane da entrambe. Il MNLF oggi vuole la fascia C, domani vorrà trasformarsi in farmacia». Il farmacista osserva infine come a suo avviso nei luoghi in cui sono state effettuate le liberalizzazioni più profonde, il risultato è stato la consegna del sistema farmaceutico nelle mani dei grandi soggetti: «Il sistema italiano invece è uno dei più equilibrati al mondo, perché rispetta le esigenze di salute e di posizionamento capillare necessarie a servire una popolazione sempre più penalizzata dalle scelte di chi governa».
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