medici-di-base«Potrebbe diventare sempre più difficile farsi prescrivere una semplice ricetta, perché la figura del medico di famiglia potrebbe scomparire». A lanciare l’allarme è stato il Tg5, che ha mandato in onda un servizio nel quale si pongono in evidenza i rischi legati al fatto che numerosi medici potrebbero andare in pensione nel prossimo futuro. L’approfondimento, firmato da Marcella Ferraro, ricorda che il sindaco di Rovegno, un comune dell’entroterra Liguria, ha provocatoriamente affisso un manifesto con la scritta: «Vietato ammalarsi». Il primo cittadino, parlando al quotidiano La Repubblica, ha raccontato infatti che dopo il pensionamento del medico di base che operava nel paesino, è stato inviato un sostituto che però lavora soltanto tredici ore alla settimana, cura i cittadini di sette paesi e la sera torna a dormire a casa sua, a Genova. Inoltre, nel caso in cui un abitante di Rovegno dovesse sentirsi male durante la notte, sarebbe obbligato a raggiungere la guardia medica. Che però è a 20 km di distanza ed è disponibile solo nei festivi e prefestivi. «Ma quello della carenza dei medici – prosegue il Tg5 – comincia ad essere un problema che si sta diffondendo a macchia d’olio in tutto il territorio italiano. Numeri alla mano, la categoria è in estinzione». Tra i fattori responsabili del fenomeno vengono indicati «il turn-over bloccato, la facoltà di medicina a numero chiuso, il pensionamento». Senza dimenticare che «con l’allungamento dell’età pensionabile, un medico su due ha più di 55 anni». Il risultato appare senza appello: «Nel 2023 mancheranno 16.000 camici bianchi». In difficoltà in particolare ci sarà la Lombardia, nella quale «dei 670 posti messi a bando, circa 400 sono rimasti liberi perché nessuno vuole o può andare in quelle sedi». Ma anche Veneto e Piemonte si troveranno a dover fronteggiare il fenomeno. E se è vero che le Regioni stanno tentando di potenziare i servizi ambulatoriali sul territorio, il servizio sottolinea che in questo senso «la via è ancora lunga e complicata». Non si tratta d’altra parte di un fenomeno sconosciuto in Europa. In alcune nazioni, come la Francia, si parla da tempo di «desertificazione medica». Tanto che, soprattutto nelle aree rurali, è sempre più difficile trovare un generalista. E nelle grandi città, per ottenere un appuntamento da uno specialista si devono attendere anche numerosi mesi.

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