«Nei primi quindici mesi di applicazione della Nota 96 (novembre 2019 – gennaio 2021) si registra complessivamente una diminuzione dei consumi e della spesa dei farmaci in nota di quasi il 30%, oltre 117 milioni in termini assoluti, rispetto ai periodi precedenti sia in termini di confezioni erogate sia di spesa sostenuta dal Servizio sanitario nazionale, con un risparmio medio mensile di circa 7,8 milioni di euro». È in sintesi il bilancio dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) tracciato a 15 mesi dall’entrata in vigore della Nota 96, istituita con l’intenzione di contenere i consumi di Vitamina D. Nei dati nazionali e regionali si evidenzia che «l’effetto più importante in termini economici della Nota – precisa l’Ente governativo – si è avuto nei primi 12 mesi con un risparmio medio di 9,1 milioni/mese; attualmente, l’effetto residuo (nei mesi 13-15) è stimabile in una riduzione di circa 2,1 milioni/mese».
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«Perdurare dell’efficacia a lungo termine della Nota»
L’Aifa rileva poi che «l’andamento stabile dei consumi e della spesa nell’ultimo trimestre conferma il perdurare dell’efficacia a lungo termine della Nota. Non si osservano invece importanti aumenti dei consumi e della spesa di altri analoghi della Vitamina D non oggetto della nota. Si conferma infine l’eterogeneità dell’impatto della nota a livello delle diverse regioni». È utile ricordare che lo scorso gennaio la stessa Agenzia aveva pubblicato i dati relativi ai primi 12 mesi di applicazione del nuovo provvedimento, periodo nel quale si era registrata «una diminuzione dei consumi e della spesa dei farmaci in Nota di oltre il 33%, circa 110 milioni di euro in termini assoluti, rispetto ai periodi precedenti, sia in termini di confezioni erogate sia di spesa sostenuta dal Servizio sanitario nazionale, con un risparmio medio mensile stimato in oltre 9,1 milioni di euro».
L’istituzione della Nota 96
Come è noto, il 26 ottobre 2019 l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha istituito la Nota 96, relativa ai farmaci per prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D. Ciò mediante la pubblicazione dell’atto in Gazzetta Ufficiale n. 252, a cui era seguita poi un’ulteriore integrazione. A distanza di un anno, l’agenzia governativa aveva rilevato che «i dati su consumi e spesa dei farmaci a base di vitamina D suggeriscono un recupero nell’appropriatezza prescrittiva di questa classe di medicinali a nove mesi dal provvedimento Aifa». Ciò sulla base dei dati relativi a un monitoraggio effettuato «attraverso l’analisi dei dati nazionali e regionali».
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