L’Unione Nazionale Farmacisti Titolari di Sola Parafarmacia si è riunita per la prima Assemblea Nazionale domenica 27 maggio a Roma. A farlo sapere è Daniele Viti, farmacista e responsabile dell’associazione.
Precedentemente costituitasi sotto l’algida del Comitato Crisi Parafarmacie, sciolto a luglio 2017, l’UNaFTiSP rappresenta i farmacisti iscritti all’Ordine che siano titolari – attuali o passati – di sola parafarmacia, escludendo i proprietari in contemporanea di farmacia e parafarmacia.
L’associazione – si legge nel comunicato diramato agli organi di stampa – è «apartitica a livello statutario» ed ha come finalità «la tutela degli interessi sindacali, economici e professionali dei farmacisti titolari di sola parafarmacia, la rappresentanza dei propri iscritti davanti ad organi tecnici, amministrativi e giurisdizionali, a livello sia statale che europeo, e la collaborazione nelle opportune sedi con le Autorità competenti nello studio e nella soluzione dei problemi della parafarmacia».
Tra gli obiettivi primari della neonata associazione vi è «la realizzazione di una capillare rete di coordinatori regionali e provinciali, così da poter assicurare un costante e rapido intervento in ogni parte del territorio italiano».
Al centro dell’associazione vi è la garanzia di democraticità, e, a tal proposito l’UNaFTiSP «introduce lo strumento referendario per le questioni più rilevanti, coinvolgendo in questo tutti gli iscritti con lo scopo di fare scelte che siano espressione della reale volontà di tutti i soci».
Con riferimento invece all’organigramma, l’UnAFTiSP ha fatto sapere che «fra gli organi sociali figura il Consiglio delle Regioni, un organo del direttivo costituito dai Coordinatori di tutte le regioni italiane che in questo modo possono costantemente assicurare che domande e necessità della propria Regione abbiano rilevanza nazionale, permettendo al contempo che alcune regioni escano dallo stato di isolazionismo in cui si trovano».
Nel novembre 2017 l’UNaFTiSP riferendosi alle sigle Fnpi e Mnlf, le aveva descritte come «associazioni non rappresentative dei farmacisti titolari di sola parfarmacia». «Al nostro gruppo – aveva spiegato Daniele Viti – hanno aderito formalmente quasi 700 colleghi (farmacisti titolari di sola parafarmacia) in soli due mesi e mezzo (l’80% circa della categoria), attraverso modulo, firma autografa e documento. Quindi sulla rappresentatività ritengo che tutte le sigle ne debbano prendere atto prima di esprimersi. Certamente è stato significativo che una di queste nella propria assemblea nazionale per il rinnovo delle cariche (di cui 4 su 6 sono incompatibili rispetto alla linea che noi portiamo avanti), abbiano contato solo 16 votanti tra gli aventi diritto: non sono bastate tre deleghe (concesse per e-mail) per arrivare oltre i 50 votanti. Al contrario della nostra, che contava 250 colleghi venuti da tutte le parti di Italia. Se questi sono i numeri che esprimono le altre due sigle, Mnlf e Fnpi, significa che esse non sono rappresentative e portatrici degli interessi lavorativi dei farmacisti titolari di sola parafarmacia».

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