videosorveglianza farmaciaIl 14 aprile 2016, presso la prefettura di Palermo, era stato sottoscritto dal prefetto Antonella De Miro e dal presidente dell’associazione provinciale dei titolari di farmacia di Palermo Federfarma-Utifarma Roberto Tobia un protocollo di collaborazione al fine di introdurre un sistema di videosorveglianza anti-rapina. L’intesa era stata siglata in presenza del questore di Palermo, Guido Longo, del comandante provinciale dei carabinieri, Giuseppe De Riggi, e del comandante provinciale della guardia di finanza Giancarlo Trotta. Il progetto rappresenta in particolare l’occasione per dare attuazione alle intese già intervenute a livello nazionale tra il ministero dell’Interno e Federfarma. A febbraio, infatti, il ministro Angelino Alfano e la presidente del sindacato di categoria Annarosa Racca avevano rinnovato ed aggiornato il protocollo di intesa sottoscritto nel 2010, finalizzato a migliorare la sicurezza delle farmacie mediante un sistema di collegamento fra gli impianti di videosorveglianza e le centrali operative di polizia e carabinieri.
A distanza di qualche mese, FarmaciaVirtuale.it ha chiesto a Tobia a che punto si sia giunti nell’iter di implementazione dei sistemi. «Possiamo dire a questo punto che siamo ormai in dirittura d’arrivo. Giusto due settimane fa abbiamo inviato alla prefettura i nomi delle aziende che sono state prescelte per i collegamenti, imprese che che rispondono agli standard imposti dallo stesso protocollo nazionale firmato tra il ministero degli Interni e Federfarma. Credo che potremo inaugurare il primo impianto entro la fine dell’anno, e a quel punto l’installazione nelle altre farmacie sarà effettuata in modo rapido».
Tobia ricorda inoltre che il problema delle rapine nel palermitano «è sempre più grave. Dobbiamo ringraziare le forze dell’ordine, per l’incremento dei controlli effettuati e per il fatto di essere sempre al fianco dei farmacisti. Ciò nonostante, però, gli eventi criminosi dilagano. In molti casi i rapinatori sono catturati. Il problema però è che, spesso, dopo poco tempo questi malviventi vengono già rimessi in libertà».

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