«È inopportuno, oltre che scorretto ed illegittimo, assegnare l’esecuzione dei test anti-covid alle farmacie, divenute ormai contenitore di ogni pratica sanitaria a svantaggio di categorie che pure ne avrebbero più titoli e meriti». È quanto dichiara Vincenzo D’Anna, già deputato e senatore della Repubblica e presidente dell’Ordine nazionale dei biologi, in una nota diramata dall’Agenzia di stampa di categoria. Ciò in risposta all’ipotesi, palesata in seguito ad alcuni incontri tra sigle di farmacisti e ministero della Salute, di praticare il test rapido all’interno dei locali delle farmacie, sulla base di un elenco di kit certificati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e Comitato tecnico-scientifico (Cts).

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D’Anna: «Pronti a diffidare il governo»

In questo senso, D’Anna si dice pronto a «diffidare il governo dal porre in pratica tale intendimento» e ad «impugnare tutti gli atti amministrativi e normativi eventualmente adottati e che dovessero consentire, nelle farmacia, attività che sono, invece, proprie del laboratorio di analisi cliniche, dei Biologi e dei medici laboratoristi». In aggiunta a ciò, il dirigente puntualizza che «fermo restando la scarsa attendibilità di questi test rapidi, escludere i laboratori da tali pratiche – laboratori che, lo ricordiamo, per eseguire i test per il coronavirus, sono chiamati ad eseguire, obbligatoriamente per legge, controlli di qualità interni ed esterni -, significa voler relegare l’esecuzione di quel tipo di esami, nello sgabuzzino o nel retrobottega delle farmacie». Quanto ad altre anomalie contestate, D’Anna ricorda che «nelle farmacie già si perpreta la violazione della norma che stabilisce la possibilità di poter effettuare l’autodiagnosi con l’uso di test rapidi, destinata però solo ai cittadini non autosufficienti e che invece, aggirata in maniera surrettizia, viene estesa a tutti con l’illegittimo aumento del numero dei test eseguiti».

Il via libera di agosto alle farmacie dell’Alto Adige

In merito ai test in farmacia, è utile osservare che lo scorso agosto l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige aveva dato il via alla possibilità, per insegnanti e personale scolastico non docente, di praticare test sierologici Covid-19 anche nelle farmacie del territorio, le quali avrebbero effettuato l’esame sulla base di un’adesione volontaria nell’orario di chiusura al pubblico o in spazi privati per garantire la privacy del paziente. In caso di test positivo, misurando l’eventuale presenza di anticorpi (IgG e IgM). La stessa Azienda sanitaria avrebbe poi proceduto all’esecuzione di un ulteriore tampone per verificare una possibile infezione in corso. Quanto alla remunerazione, il test è stato reso gratuito agli insegnanti e personale scolastico, mentre alle farmacie territoriali è stato riconosciuto un importo di 15,00 euro per ogni esame effettuato, come indicato nell’accordo tra Azienda sanitaria Alto Adige e le parti sociali.

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