Iqvia, provider globale di dati, analisi, consulenza e tecnologie innovative in ambito sanitario e farmaceutico, ha pubblicato i dati riferiti all’impatto economico che i tamponi rapidi hanno avuto sulle farmacie. Secondo Iqvia «mentre nel mese di gennaio 2021 sono stati venduti 148 mila tamponi antigenici in farmacia, a settembre, prima dell’obbligo del green pass obbligatorio sul lavoro erano 586 mila i tamponi venduti per un totale di 17,7 milioni di euro». In aggiunta ciò, Iqvia evidenzia che «con l’introduzione del green pass a ottobre il numero è salito a 844 mila e a novembre i tamponi somministrati in farmacia sono aumentati ulteriormente a 1058 mila unità per un valore di quasi trenta milioni di euro».

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Piemonte prima regione in Italia

La regione in cui a novembre sono stati venduti più tamponi a valori in farmacia è stato il Piemonte per un totale di 8,18 milioni di euro, seguita a distanza dalla Sicilia con 4,13 milioni di euro, e dalla Campania, 3,94 milioni di euro. Segue il Lazio con un valore di 3,25 milioni di euro. Non è tra i primi la Lombardia che a novembre ha segnato vendite di tamponi antigenici per un valore di 1,75 milioni di euro. Per i farmacisti è stato un impegno che ha richiesto tante risorse qualificate umane ed economiche e che, in alcuni casi, particolarmente nelle piccole e medie farmacie, ha inciso negativamente sulla vendita di altri prodotti. Secondo Iqvia al momento sono circa il 60% le farmacie che erogano questo servizio in Italia.

Iqvia Italia, Liberatore: «Il solo servizio non è economicamente sostenibile per un farmacista»

Alcune farmacie, particolarmente quelle più grandi, sono state in grado di organizzare il servizio di “tamponamento” in spazi esterni o attraverso ingressi separati, altri a farmacia chiusa, questo ha agevolato sia il servizio, sia la regolare vendita dei prodotti. Ma non è soltanto la disponibilità di spazio, ma anche l’uso del digitale a contraddistinguere le farmacie “organizzate”, cioè gli esercizi che si sono attrezzati per proporre gli antigenici senza penalizzare le attività di vendita della farmacia. Per Sergio Liberatore, amministratore delegato di Iqvia Italia, «la farmacia dei servizi ha avuto una grande spinta dalla pandemia, grazie anche alla proattività dei farmacisti. Tuttavia, il solo servizio non è economicamente sostenibile per un farmacista, anche se i servizi sono importanti strumenti di fidelizzazione».

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