Nel corso dei primi tre trimestri del 2023, il settore della farmacia ha registrato un incremento dello 0,8% nel fatturato, raggiungendo i 19,6 miliardi di euro, un lieve aumento rispetto ai 19,4 miliardi dello stesso arco temporale del 2022. È questo in sintesi l’andamento del periodo, basato sull’analisi dei dati Iqvia concessi a FarmaciaVirtuale.it. La crescita, se confrontata con l’espansione significativa del 5,4% osservata tra il 2021 e il 2022, evidenzia una decelerazione del trend positivo. In particolare, il segmento dei farmaci etici ha mostrato un rialzo del 2,1%, con un volume d’affari che ha toccato i 10,8 miliardi di euro. L’incremento è stato in parte attribuito all’escalation dei consumi di farmaci di classe A, scaturita dall’incremento dei casi di infezione da streptococco nei primi mesi dell’anno.

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Contrasti tra i diversi segmenti del mercato farmaceutico. Nonostante l’aumento nel settore etico, il comparto commerciale ha subìto una flessione dello 0,8%. In particolare, il segmento dei parafarmaci ha accusato un calo significativo, con un decremento del 36% nel fatturato, principalmente a causa della riduzione delle vendite di prodotti legati al Covid-19, come le mascherine. Al contrario, altri ambiti commerciali hanno evidenziato una crescita sostanziale: gli integratori hanno visto un incremento del 6%, mentre i settori dell’igiene personale e della bellezza, dell’autocura e del veterinario hanno registrato rispettivamente aumenti del 7,9%, 7,8% e 11,2%. Prendendo in esame i dati Iqvia, le dinamiche riflettono un mercato in evoluzione, con tendenze di consumo che si spostano in risposta a vari fattori, tra cui le mutate esigenze sanitarie della popolazione.

Prospettive future e sfide del settore. Le previsioni di Iqvia indicano che il 2023 potrebbe concludersi con una leggera contrazione del fatturato per il canale farmacia, influenzata dal calo nel segmento parafarmaceutico e dallo spostamento dei picchi influenzali. Inoltre, le farmacie si trovano a dover competere con il canale e-commerce, che nei primi nove mesi dell’anno ha offerto sconti medi del 22,3% rispetto ai prezzi di vendita delle farmacie tradizionali. Ad esempio, nel settore dell’igiene e della bellezza, lo sconto medio è stato del 21%, mentre per i prodotti di autocura ha raggiunto il 31%. La differenza si manifesta anche nel valore medio dello scontrino, che nell’e-pharmacy si aggira intorno ai 50 euro, superiore ai 28 euro delle farmacie fisiche, con la spesa più elevata che spesso viene giustificata dalla necessità di eludere i costi di spedizione. Tale scenario pone nuove sfide per le farmacie tradizionali, che devono rivedere le proprie strategie per mantenere la competitività in un mercato in rapida trasformazione.

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