«La spesa farmaceutica netta Ssn nel 2018 ha fatto registrare rispetto al 2017 un calo del -4,1%, dovuto in parte alla diminuzione del numero delle ricette Ssn (-0,7% rispetto al 2017), ma soprattutto alla riduzione del valore medio della ricetta (netto -3,4%; lordo -2,7%) e quindi del prezzo medio dei farmaci prescritti in regime convenzionale (-2,7%)». È quanto spiega Federfarma nell’opuscolo “La spesa farmaceutica nel 2018”, pubblicato annualmente, e contenente l’analisi dell’andamento della spesa farmaceutica convenzionata a livello nazionale e regionale, sulla base dei dati Iqvia. Secondo Federfarma, «a tale calo di spesa e di consumi corrisponde, invece, nel 2017 un rilevante incremento della spesa (+13,7%) e del numero di pezzi (+13,2%) di farmaci erogati in Distribuzione per conto (Dpc). Questo, a fronte di un incremento della spesa complessiva per farmaci acquistati direttamente dalle strutture pubbliche che nel 2018 è stato pari al +4%».
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La maggiore flessione della spesa netta complessiva è relativa a marzo del 2018 (-7%), mentre il maggior decremento del numero di ricette si è avuto in settembre e dicembre (-3,7%). «Nel 2018 – si legge nel rapporto – le ricette sono state oltre 576 milioni, pari in media a 9,51 ricette per ciascun cittadino. Le confezioni di medicinali erogate a carico del SSN sono state oltre 1.106 milioni (-0,7% rispetto al 2017). Ogni cittadino italiano ha ritirato in farmacia in media 18,3 confezioni di medicinali a carico del SSN, di prezzo medio pari a 9,14 euro (-2,7% rispetto al 2017)». A livello regionale, Marche, Puglia e Calabria sono le più colpite dalla flessione della spesa netta, con valori che variano tra il -9,3% per la prima, il -7,3% la seconda e il -6,4% la terza. Basilicata, Umbria e Lombardia sono le regioni con la diminuzione più contenuta, rispettivamente -2,6%, -2,4% e -0,6%. Infine, la Valle d’Aosta, che mostra un lieve incremento sia della spesa farmaceutica (+1,3%) che del numero di ricette (+0,5%).
In merito all’apporto delle farmacie territoriali, Federfarma ricorda che esse «continuano a dare un rilevante contributo al contenimento della spesa – oltre che con la diffusione degli equivalenti e la fornitura gratuita di tutti i dati sui farmaci Ssn – con lo sconto per fasce di prezzo, che ha prodotto nel 2018 un risparmio di circa 322 milioni di euro, ai quali vanno sommati circa 65 milioni di euro derivanti dalla quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, posto a carico delle farmacie a partire dal 1° marzo 2007 e sempre prorogato, volto a compensare la mancata riduzione del 5% del prezzo di una serie di medicinali». Insieme a tali oneri, il sindacato sottolinea che «si è aggiunta, dal 31 luglio 2010, la trattenuta dell’1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata, da luglio 2012, al 2,25%. Tale trattenuta aggiuntiva ha comportato, per le farmacie, un onere quantificabile nel periodo in esame in oltre 182 milioni di euro. Complessivamente, quindi, il contributo diretto delle farmacie al contenimento della spesa, nel 2018, è stato di circa 569 milioni di euro». In ultimo, «prosegue il trend di aumento delle quote di partecipazione a carico dei cittadini, la cui incidenza sulla spesa lorda è passata dal 14,4% del 2016 al 15,5% del 2018».
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