
Ruggiero ricorda che «noi siamo farmacisti iscritti all’Ordine, e di un questo senso riconosciuti. Ma al contempo dimenticati dallo Stato per quanto riguarda l’esercizio della professione. Uno Stato che però, quando c’è da incassare le tasse, incassa senza distinzioni tra noi e le farmacie». Il presidente di LPI poi incalza il Pd ricordando che era stato lo stesso partito a lanciare le liberalizzazioni, mentre «oggi si tira indietro, rinnegando sé stesso e i suoi elettori» e chiede provocatoriamente che vengano dimezzati gli oneri relativi all’ordine professionale così come all’Enpaf: «Finché non siamo farmacisti di serie A, non è giusto che paghiamo come se lo fossimo». Ancora, Ruggiero attacca: «Fare politica non è come vendere mortadella al supermercato. È una cosa seria, e noi in questi ultimi dieci anni, dal decreto Bersani ad oggi, non abbiamo visto nulla che possa farci credere alla bontà, alla qualità e alla buona fede delle azioni politiche. Continueremo la nostra battaglia, che è una battaglia per il diritto e anche per l’etica».
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