ruggiero lpi«Ancora ricordo la grande emozione, quando mi sono seduto nell’aula del Senato in commissione Industria. Portai con me sogni, desideri, passione per il mio lavoro, voglia di giustizia, la voce dei colleghi. E ho creduto con il cuore di poter vincere la battaglia delle parafarmacie. Ho lavorato con tenacia e mi sono battuto come un leone per la causa. Ho incontrato politici importanti, amministratori di multinazionali pro-parafarmacie, mi sono seduto ai tavoli che contano, portando le mie esperienze e lottando per i miei diritti e quelli dei colleghi». Tuttavia, «a distanza di due anni, mi sento di dire che la questione delle parafarmacie, è un problema politico-lobbistico affrontato in modo errato». A spiegarlo è Ivan Giuseppe Ruggiero, presidente dell’associazione Libere Parafarmacie Italiane, che in un post sul proprio profilo Facebook ripercorre gli ultimi mesi di lavoro. «Politica e lobby – spiega – da più di 10 anni non hanno permesso di dare alle parafarmacie un’identità chiara nel panorama farmaceutico, ragionando più sul luogo nel quale si svolge la professione che sul farmacista che la svolge». Secondo Ruggiero occorre in questo senso portare avanti azioni «a difesa del farmacista titolare di parafarmacie», ovvero «del professionista che è iscritto regolarmente all’ordine dei farmacisti, all’Enpaf, e che dovrebbe essere difeso è rappresentato dalla Fofi». Invece, prosegue, «poco si è fatto in tale direzione», se si eccettuano alcuni «spunti di qualche collega, che con intuizione ha saputo cogliere l’essenza della lotta». Il presidente delle Lpi ricorda che «non si può perdere la battaglia quando si parla di parità professionale, di difendere il farmacista e non in luogo dove egli esercita. La garanzia del servizio offerto, ovunque, è data proprio dalla sua presenza, ed è chiaro che questo principio non è attaccabile e non può essere leso. Invito politici e associazioni varie di focalizzarsi su questo principio. La lotta dei farmacisti titolari di parafarmacia non può ridursi a principi commerciali, come ho notato ultimamente in alcuni post e articoli, dove si parla di sconti o risparmi. La questione è di etica professionale, parità di diritti, parità professionale, libertà della professione, difesa del farmacista e non delle mura».

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