«Da giorni si insiste sulla questione della detraibilità fiscale di cui gode il farmaco omeopatico. Non essendo riusciti a delegittimare la disciplina omeopatica attraverso i soliti attacchi alla scarsa scientificità o all’inefficacia, pretesti inutili e privi di fondamento, ora ci si prova tirando in ballo i presunti costi che lo Stato sostiene in favore della medicina omeopatica. La detraibilità fiscale è concessa a tutti i famaci, tutti, quindi anche gli omeopatici che farmaci sono». È quanto dichiara Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese, associazione dei produttori e distributori di medicinali omeopatici e antroposofici in Italia, per portare chiarezza e smontare diverse polemiche sorte in merito alla possibilità di detrazione da parte dei pazienti dei rimedi omeopatici e agli eventuali costi per lo Stato.

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«Lo Stato – prosegue Gorga – annualmente incassa dal comparto, tra oneri fiscali e tariffe di vario genere, oltre 60 milioni di euro, importo di molto superiore alla cifra della detraibilità. Questo comparto al contrario di quanto si vuole far credere, contribuisce in modo indiretto ad alleggerire la spesa sanitaria e sarebbe ora di smetterla con questi inutili attacchi che nascono da una sola ragione: il processo di regolamentazione che certifica come farmaci i medicinali omeopatici non piace. Non si torna indietro. Chiunque sia contrario a questo processo dovrà farsene una ragione».

Non è la prima volta che Gorga interviene per fare chiarezza sulle dinamiche inerenti al settore dell’omeopatia. Nell’ottobre del 2018 scrisse una lettera alla commissione di Vigilanza Rai, denunciando l’uso un’informazione «distorta» in tema di farmaci omeopatici. «L’omeopatia – esortò in una missiva – non è una pratica “alternativa”, perché non esiste una medicina che sia diversa da quella ufficiale. I nostri farmaci sono tali perché regolamentati dalle leggi dello Stato. Alternativo è ciò che sta al di fuori dello Stato e non all’interno. Occorre fare chiarezza e anche il servizio pubblico ha questo dovere».

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