«Il Comitato titolari per la riforma dell’Enpaf appoggia il Comitato dei farmacisti non titolari di farmacia nel chiedere l’abolizione dell’obbligo del pagamento Enpaf (ente previdenziale ed assistenza farmacisti) per chi possiede altra forma previdenziale e per i disoccupati». È quanto comunica il neonato Comitato titolari per la riforma dell’Enpaf. «In Italia – si legge in un comunicato diramato -, circa 60000 farmacisti osservano l’Art. 53 della costituzione (tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva) pagando l’ente previdenziale Inps dalla propria busta paga». Pertanto, «è doveroso l’intervento dei legislatori per porre fine a questa grave ingiustizia modificando il D.lgs.C.p.S. 13 settembre 1946, n. 233 e separando l’iscrizione all’ordine professionale da quello all’Enpaf». Alla luce di ciò, «chiediamo ai legislatori di ascoltare questa legittima richiesta, per questo il 9 aprile 2019 i farmacisti italiani manifesteranno in piazza Montecitorio contro la doppia contribuzione che da decenni affligge la nostra categoria».
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I due gruppi, costituiti rispettivamente da farmacisti titolari di farmacia e farmacisti non titolari, convergono quindi su un fronte comune. Come riportato da FarmaciaVirtuale.it ai propri lettori, lo scorso febbraio diversi farmacisti titolari di farmacia si erano riuniti dando vita ad un comitato con l’obiettivo di rivedere il regolamento dell’Enpaf, presentando un manifesto con sette proposte. Dopo pochi giorni, quindi, la notizia dell’organizzazione di una manifestazione, prevista a Roma martedì 9 aprile 2019, dal titolo “No Enpaf Obbligatorio”, promossa dal comitato “Farmacisti non titolari di farmacia”. I farmacisti promotori dell’iniziativa avevano puntualizzato di voler modificare «la legge del 1946 che rende inscindibili iscrizione all’ordine professionale e iscrizione all’Enpaf e quindi rendere non obbligatoria l’iscrizione all’ente per chi possiede altra forma di contribuzione», sottolineando che «la manifestazione non ha nessun colore politico, siamo solo noi farmacisti non titolari a chiedere che venga fermata questa estorsione legalizzata».
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