Stella Kyriakides, commissario europeo per la Salute e la politica dei consumatori, ha risposto a un’interrogazione parlamentare presentata dal deputato europeo Daniel Buda del Partito nazionale liberale della Romania. Il parlamentare aveva chiesto delucidazioni sul fenomeno della resistenza agli antibiotici, citando un rapporto della European Court of Auditors, secondo il quale l’Unione europea avrebbe effettuato «pochi passi in avanti» e dovrebbe adottare «contromisure coordinate in maniera migliore». Di qui la domanda posta alla Commissione: «Quali iniziative intende adottare al fine di ottenere significativi progressi nello sviluppo di nuove classi di medicinali antibiotici al fine di combattere la resistenza?».
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Kyriakides ha risposto spiegando di aver preso nota del rapporto della European Court of Auditors e di essere cosciente della necessità di adottare strategie più stringenti in materia. «In questo senso, puntiamo alla completa implementazione del programma “One Health Action Plan against AMR”, che è stato indicato come una priorità nella missione conferita alla sottoscritta. In questo contesto, è importante cercare di trattare il tema a livello mondiale, chiedendo che si raggiunga un accordo mondiale sull’uso e sull’accesso ai medicinali antibiotici». Kyriakides ha quindi ricordato i finanziamenti concessi allo sviluppo di nuove classi di farmaci, attraverso i programmi “New Drugs 4 Bad Bugs” e “AMR accelerator” della Innovative Medicines Initiative: «Tre partner tra industria, università e organizzazioni del settore delle biotecnologie hanno investito più di 950 milioni di euro al fine di individuare nuovi trattamenti».
Inoltre, «assieme alla European Medicines Agency abbiamo avviato numerose azioni finalizzate a facilitare lo sviluppo di nuovi medicinali. È il caso dell’Ema Prime Scheme. Inoltre, supportiamo iniziative globali, come nel caso del lancio di un Global Antimicrobial Resistance Research and Development Hub effettuato nel maggio del 2018 ad opera dei governi del G20». Tuttavia, il commissario alla Salute ha spiegato che «l’ottenimento di significativi progressi nello sviluppo di nuove classi di medicinali dipende dal coinvolgimento attivo di tutti gli attori».
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