Si è tenuta nella mattinata di mercoledì 5 giugno 2019, presso la sede di Federfarma a Roma, la presentazione dei risultati della seconda edizione del DiaDay, iniziativa di prevenzione del diabete, alla quale hanno partecipato attivamente oltre 5mila farmacie nel novembre del 2018 (2669 al Nord; 833 al Centro; 1610 al Sud e Isole).

[Se non vuoi perdere tutte le novità iscriviti gratis alla newsletter di FarmaciaVirtuale.it. Arriva nella tua casella email alle 7 del mattino. Apri questo link]

Nel corso del DiaDay sono stati monitorati 128.041 soggetti: nel 59% si è trattato di donne, nel 41% di uomini. L’adesione allo screening aumenta con il crescere dell’età: il 45% aveva più di 64 anni; il 68% più di 54 anni; l’83% più di 44 anni. «Le caratteristiche del campione della popolazione esaminata nel 2018 – spiega Federfarma – sono sostanzialmente inalterate rispetto a quelle dell’anno precedente: 11.944 soggetti (pari al 9,33%) hanno detto al farmacista di essere diabetici». Inoltre, i restanti 116.097 soggetti dichiaratisi non diabetici «sono stati sottoposti allo screening (misurazione glicemia e test di Tuomilheto). Sono risultate diabetiche 4.893 persone, pari al 4,21%. Si tratta prevalentemente di uomini: il 58,68%, contro il 41,32% di donne. Queste percentuali sono praticamente sovrapponibili a quelle rilevate nel 2017».

L’associazione precisa poi che «durante lo screening del 2017 erano risultati diabetici 4.415 soggetti pari al 3,13% dei 141.236 soggetti dichiaratisi non diabetici in quella edizione». Per quanto riguarda invece i casi di prediabete, i test sono stati effettuati solo su 41.248 soggetti, ovvero quelli che erano a digiuno: «Sono risultati prediabetici 18.635 soggetti (pari al 45,18%) secondo le linee guida ADA, più restrittive. Secondo le linee dell’OMS invece sono prediabetici 7.916 soggetti (19,19%)». Un questionario ha poi consentito di calcolare il rischio di sviluppare il diabete nei 10 anni successivi nei soggetti prediabetici e in quelli normali. È risultato che il rischio di contrarre la patologia nei 10 anni successivi è molto elevato (50%) per il 2,55% dei soggetti normali; per il 5,23% dei soggetti che sono prediabetici secondo i parametri ADA (più restrittivi); 7,86% per i prediabetici secondo i parametri (meno restrittivi) dell’OMS».

In merito infine all’aderenza alle terapie per chi già sapeva di essere diabetico, «al 70,03% sono state prescritte restrizioni dietetiche e farmaci orali; al 13,28% è stata prescritta solo la dieta alimentare; all’11,02% sono stati prescritti dieta, farmaci orali e insulina; al 5,67% dieta e insulina. Il 62,61% dei diabetici noti dichiara di fare l’automisurazione della glicemia; il 49,03% si sottopone al dosaggio dell’emoglobina glicata: di questi il 46,82% ogni 6 mesi; il 5,49% lascia passare più di 1 anno tra una misurazione e l’altra; il 22,37 la fa ogni 3 mesi; il 25,31 ogni anno».

«Grazie al fatto che tali farmacie si sono impegnate gratuitamente in questa iniziativa di screening – ha commentato Marco Cossolo, presidente dell’associazione dei titolari di farmacia privata – abbiamo potuto scattare una fotografia del diabete in Italia. Abbiamo monitorato quasi 130.000 persone in pochi giorni, abbiamo permesso a quasi 5.000 soggetti di venire a conoscenza del fatto di essere affetti dalla patologia. Queste persone possono ora curarsi adeguatamente e molto probabilmente eviteranno le complicanze e il progredire della malattia. Un vantaggio per i malati ma anche per le casse del Servizio sanitario nazionale perché la malattia costa esponenzialmente di più man mano che progredisce».

«L’aderenza alla terapia – gli ha fatto eco la presidente del Sunifar Silvia Pagliacci – è un problema gravissimo e non solo per il diabete. Uno studio recente su 5 patologie croniche molto diffuse (diabete, osteoporosi, fibrillazione atriale, dislipidemie e ipertensione) ha calcolato che se i malati seguissero scrupolosamente le terapie prescritte loro dal medico, il SSN potrebbe risparmiare fino a 3,7 miliardi di euro (pari al 22,6% della spesa farmaceutica territoriale, che è di 16,5 miliardi di euro). La presa in carico del paziente cronico da parte della farmacia permetterebbe la riduzione delle ricadute e delle recidive e una riduzione degli accessi ai Pronto soccorso e dei ricoveri ospedalieri. In sintesi, più salute e meno spesa». Alla presentazione dei risultati erano presenti anche, tra gli altri, Vittorio Contarina, vicepresidente vicario di Federfarma, Marco Bacchini, consigliere dell’associazione, e il presidente della Fofi Andrea Mandelli.

© Riproduzione riservata

Non perdere gli aggiornamenti sul mondo della farmacia

Riceverai le novità sui principali fatti di attualità.

Puoi annullare l'iscrizione con un click. Non condivideremo mai il tuo indirizzo email con terzi.