
Un ruolo e una responsabilità che secondo Palagiano saranno dunque in parte limitati d’ora in poi: «È chiaro che nessuno toglierà al farmacista il dovere di chiedere ai pazienti informazioni e di fornire consigli prima di dispensare un qualsiasi farmaco, ma è anche evidente che essi potranno essere influenzati dalle pubblicità. Un conto è la consulenza professionale di un operatore della sanità, quale è il farmacista, un conto è uno spot, con la sua efficacia comunicativa». In questo senso, secondo il segretario dell’Asfi (associazione che si è battuta per valorizzare i SOP e che ha in proposito pubblicato documentazione specifica sul proprio sito internet www.asfionline.it), «la categoria e i suoi rappresentanti non hanno fatto a mio avviso abbastanza per difendere le prerogative della professione. Occorre lavorare per far sì che del “mestiere” di farmacista si comprenda sempre più la natura sanitaria, anche presso i decisori politici, e non lo si valuti sotto il profilo di un lavoro di logistica, per quanto attenta e delicata trattandosi di medicinali».
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