Con la diffusione del coronavirus in Italia, si propaga anche la paura di essere contagiati, sia in presenza che in assenza di sintomi simil-influenzali. Per questo motivo, numerosi cittadini potrebbero essere portati a sottoporsi alla verifica di un’eventuale positività al virus. Al momento le strutture preposte per l’effettuazione del tampone sono quelle identificate dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità. C’è però qualche azienda che commercializza kit per la verifica dell’eventuale presenza di positività al coronavirus covid-19, su IgG e IgM del sangue, consentendo autonomamente al cittadino di poter testare l’eventuale positività. Soluzione che se a detta di alcuni farmacisti non desta alcuna preoccupazione, ha tuttavia stimolato l’Associazione scientifica farmacisti italiani (Asfi) a scendere in campo per allertare i farmacisti italiani.

[Se non vuoi perdere tutte le novità iscriviti gratis alla newsletter di FarmaciaVirtuale.it. Arriva nella tua casella email alle 7 del mattino. Apri questo link]

«L’Asfi – si legge in una nota dell’associazione – ha più volte invitato i farmacisti Italiani a valutare con la massima attenzione e prudenza le proposte commerciali che riguardino l’acquisto per la commercializzazione o per l’effettuazione in farmacia di test o analisi “innovative”». Nel dettaglio, secondo la sigla «è molto concreto il rischio di mettere in pericolo la propria credibilità sul proprio territorio di riferimento, e la credibilità generale del sistema delle farmacie italiane, avallando test e analisi che dopo qualche tempo – sostiene l’Asfi – si rivelano di dubbia validità».

Dopo aver consultato alcuni esperti, l’Asfi esorta i «farmacisti italiani a ponderare con la massima attenzione e prudenza l’opportunità di accettare proposte che riguardino l’acquisto per la commercializzazione e/o l’effettuazione del nuovo Test nella propria Farmacia, almeno fino a quando l’acquisto o l’effettuazione in autonomia da parte dei soggetti potenzialmente interessati non sia una prassi espressamente consigliata dalle autorità sanitarie che coordinano a livello nazionale la lotta all’epidemia da Sars-cov-2». Nello specifico, «al momento – puntualizza l’Asfi -, risulta che i test seriologici “rapidi” non siano assolutamente validati per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2: l’accertamento diagnostico dell’infezione deve esser fatto dalla rete dei laboratori pubblici ufficialmente autorizzati, attraverso la ricerca del genoma virale in campioni respiratori (tamponi faringei), utilizzando tecniche molecolari, secondo protocolli validati e condivisi a livello internazionale».

© Riproduzione riservata

Non perdere gli aggiornamenti sul mondo della farmacia

Riceverai le novità sui principali fatti di attualità.

Puoi annullare l'iscrizione con un click. Non condivideremo mai il tuo indirizzo email con terzi.