pillola-dei-5-giorni-senza-ricettaInfuria la polemica su ellaOne, la cosiddetta pillola dei 5 giorni, dopo che la Commissione europea il 7 gennaio ha dato l’ok affinché la commercializzazione del farmaco avvenga senza obbligo di ricetta. Un altro parere positivo incassato dalla multinazionale produttrice francese Hra Pharma, dopo quello di novembre del Comitato tecnico per i medicinali a uso umano (Chmp) dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. Immediata è stata la contrapposizione tra chi ha salutato la decisione come un’opportunità per la prevenzione delle gravidanze indesiderate e chi invece la taccia di aprire il campo all’aborto fai da te. Nel nostro Paese la somministrazione di ellaOne è allo stato attuale possibile solo con ricetta e obbligo di test di gravidanza con esito negativo. Inoltre, è bene precisare che in relazione al parere favorevole reso dalla Commissione europea 10 votanti su 31 si sono espressi in modo contrario, tra cui l’Italia.

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Nell’attesa che l’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, inizi, presumibilmente già nei prossimi giorni, l’analisi del dossier – che potrebbe comunque concludersi anche con una non adesione dell’Italia alle disposizioni Ue, dato che uno Stato membro può decidere, motivandolo in sede europea, di non recepire una delibera comunitaria in virtù della propria legislazione –, la questione è approdata in Parlamento. Il deputato di Per l’Italia e medico di professione Gian Luigi Gigli, che già nei mesi scorsi aveva depositato un’interpellanza per chiedere chiarimenti in relazione ai potenziali effetti abortivi delle cosiddette pillole del giorno dopo, con particolare riguardo ai farmaci Norlevo e ellaOne (per approfondimenti), ha presentato un’altra interpellanza urgente a cui ha risposto il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, che ha annunciato che la questione sarà rimessa al Consiglio superiore di sanità «affinché approfondisca i profili di sicurezza del medicinale» e si esprima alla luce della decisione comunitaria. «Si può anche distribuire il farmaco senza ricetta – dice Gigli a FarmaciaVirtuale –, ma non si può dire che abbia solo effetti anticoncezionali e non abortivi. Quindi, primo punto: diamo informazioni corrette. Secondo: se così è, bisogna capire se ciò è compatibile con la nostra legislazione, che stabilisce che l’aborto non si può effettuare a domicilio, oltre a considerare il rispetto sancito per legge del concepito».

«La stessa azienda produttrice di ellaOne – spiega il deputato – nel 2009 ha affermato nel report in relazione al quale è stata autorizzata la commercializzazione del prodotto, e non ha mai smentito, che con 200 mg il farmaco si comporta come abortivo fino alla settima settimana, come la RU486. Nel momento in cui si autorizzasse la vendita da banco sarebbe come legalizzare l’aborto a domicilio; tornerebbe l’aborto clandestino, in contrasto con la legge 194». Una preoccupazione diffusa è soprattutto per l’uso del medicinale da parte di minorenni. «Chi potrà escludere – ha affermato Gigli in aula alla Camera – che una ragazzina possa usarlo anche effettivamente per un aborto solitario?». «Il mio auspicio – conclude il deputato di Per l’Italia – è che il Consiglio superiore di sanità nel rivalutare la questione metta la salute delle donne e la correttezza dell’informazione scientifica davanti all’interesse di una multinazionale». Quanto a eventuali altre iniziative parlamentari, «aspettiamo il pronunciamento dell’Aifa, poi valuterò azioni di sollecitazione del Consiglio superiore di sanità».

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