L’Osservatorio Nomisma sul “Sistema dei farmaci equivalenti in Italia” ha acceso i riflettori sul rischio del “take for granted” sul comparto dei medicinali equivalenti. L’edizione 2024, presentata il 17 ottobre a Roma, ha evidenziato la necessità di adottare misure urgenti per garantire la sopravvivenza di un settore che, dal 2012, ha permesso un risparmio di 6,250 miliardi di euro per il Servizio sanitario nazionale. I dati dell’Osservatorio – disponibile in basso nella sezione “Documenti allegati” – hanno mostrato in effetti come gli aumenti dei prezzi di energia e materie prime registrati durante la pandemia siano diventati strutturali, determinando una pressione insostenibile per un settore in cui non è possibile trasferire gli incrementi sui prezzi finali. Anche i costi dei materiali di confezionamento hanno subito aumenti tra il 2019 e il 2023, pesando complessivamente per il 20% sui costi di produzione aziendali. A ciò si aggiungono gli oneri regolatori, con le spese per registrazione e autorizzazione alla vendita aumentate del 26% tra il 2016 e il 2023, e il payback, che per le aziende operanti in ambito ospedaliero impatterà tra il 15% e il 18% del fatturato nei prossimi anni.

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Diminuzione della concorrenza e l’aumento delle carenze di farmaci

L’Osservatorio ha rilevato una diminuzione del 10% del numero di produttori farmaceutici in Italia negli ultimi tre anni, con circa settanta aziende coinvolte in processi di chiusura o fusione. Il fenomeno si accompagna a un aumento delle carenze di farmaci, con l’Italia tra i Paesi maggiormente colpiti: secondo i dati Aifa, nel periodo 2018-2024 il numero di farmaci a rischio carenza è più che raddoppiato, passando da poco più di 1.600 a oltre 3.700. Quasi la metà delle carenze registrate nel 2024 è dovuta alla cessazione definitiva della commercializzazione, mentre poco più di un quarto è legata a problemi di produzione. Per quasi otto farmaci a rischio su dieci esiste un corrispettivo equivalente, confermando la necessità di un sistema che preveda necessariamente la presenza dei medicinali equivalenti.

Problematiche ulteriormente esacerbate

Lucio Poma, chief economist di Nomisma e coordinatore scientifico dell‘Osservatorio sull’industria dei farmaci equivalenti in Italia, ha osservato che «tutte le problematiche già evidenziate nelle precedenti edizioni dell’Osservatorio non solo persistono, ma alcune di esse si sono ulteriormente esacerbate, rendendo il quadro complessivo decisamente più allarmante rispetto al passato. Ci siamo chiesti cosa accadrebbe se i farmaci equivalenti scomparissero del tutto: se il beneficio di questi prodotti fosse limitato al solo risparmio di spesa, la criticità sarebbe rilevante ma sormontabile. La questione chiave è però che gli equivalenti rappresentano un pilastro insostituibile del servizio sanitario del Paese i cui benefici sono sottostimati o completamente ignorati».

I possibili effetti dell’indebolimento del sistema

Poma ha evidenziato che «un indebolimento del sistema si tradurrebbe nell’aumento esponenziale del fenomeno delle carenze di farmaci, nella mancata accessibilità ai medicinali da parte delle classi meno abbienti, nell’impossibilità di sostenere le cure di talune malattie croniche, nella riduzione della concorrenza, della biodiversità della produzione e dei principi attivi utilizzati. Il nostro tranquillo e rassicurante “take for granted” non sarebbe più garantito».

Collatina: «Sfida da vincere è sostenibilità industriale»

Secondo Stefano Collatina, presidente di Egualia, «per le nostre aziende la prima vera sfida da vincere è quella della sostenibilità industriale: in quest’ottica è indispensabile che venga ripreso il confronto sulla governance farmaceutica, che è prioritaria e chiediamo che in questo ragionamento sia considerata centrale la sostenibilità di tutti i farmaci a basso costo di uso consolidato – ha commentato il presidente di Egualia. Stiamo toccando con mano ogni giorno nelle farmacie e negli ospedali cosa significa non trovare farmaci che diamo per scontati: non possiamo ignorare la china che sta prendendo il sistema e dobbiamo invertire urgentemente la rotta, già in questa legge di Bilancio. Ci sono misure di sistema che possono essere introdotte senza impatto di spesa pubblica, come stabilire che le procedure di gara si svolgano per accordo quadro, e misure che opportunamente programmate posso essere gestibili in termini di impatto economico».

«Governo si impegni nel sostegno alle imprese»

Collatina ha ribadito che «ci sono oneri impropri che pesano sulle imprese di farmaci fuori brevetto che vanno rivisti, senza dimenticare il tessuto industriale, incluso l’insostituibile ruolo del conto terzi nel nostro Paese. È indubbiamente centrale riuscire ad avere strumenti che consentano di rafforzare la produzione industriale. Per questo torniamo a chiedere che il Governo si impegni nel sostegno alle imprese con solide politiche industriali che agevolino investimenti produttivi locali e che garantiscano maggiore indipendenza strategica nell’approvvigionamento di farmaci e principi attivi per l’Italia, puntando al coordinamento di tutte le misure da mettere in campo».

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