L’emergenza coronavirus che in queste ore mette a dura prova interi comparti della sanità nazionale rende necessarie misure straordinarie finalizzate a limitare l’affollamento presso le strutture sanitarie. Tra queste, un provvedimento del 19 marzo della Protezione civile, in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, che consente ai medici di medicina generale di inviare in forma telematica il numero di ricetta elettronica, evitando quindi la stampa ed il ritiro del promemoria cartaceo.
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«Al momento della generazione della ricetta elettronica da parte del medico prescrittore – si legge nell’atto -, l’assistito può chiedere al medico il rilascio del promemoria dematerializzato ovvero l’acquisizione del Numero di Ricetta Elettronica». Ciò attraverso «trasmissione del promemoria in allegato a messaggio di posta elettronica, laddove l’assistito indichi al medico prescrittore la casella di posta elettronica certificata (Pec) o quella di posta elettronica ordinaria (Peo)». Una differente modalità prevede «comunicazione del Numero di Ricetta Elettronica con Sms o con applicazione per telefonia mobile che consente lo scambio di messaggi e immagini, laddove l’assistito indichi al medico prescrittore il numero di telefono mobile» ed infine, in alternativa, «comunicazione telefonica da parte del medico prescrittore del Numero di ricetta elettronica laddove l’assistito indichi al medesimo medico il numero telefonico».
Ad esprimere soddisfazione è Nicola Stabile, presidente di Promofarma, società di servizi di Federfarma. «È bene chiarire che la migliore forma di risposta alla diffusione del virus è l’isolamento. Ciò anche alla luce del fatto che da quanto appurato il vero problema è la trasmissione da soggetti asintomatici. Persone che non mostrano sintomi ma che – inconsapevoli di essere contagiosi – diffondono il virus nelle varie sedi». Quanto alla Dem inviata per via telematica, Stabile evidenzia che «si tratta di un vecchio argomento di discussione, le cui problematiche tecniche da risolvere sono ancora varie, ma senza dubbio è misura necessaria alla luce del dilagare dell’emergenza. Devo dire, in qualità di presidente di Federfarma Campania, che qui in Regione lo facciamo già da almeno due settimane. Diverso è il ragionamento della Dpc, su cui auspico si possa trovare una soluzione».
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