numero chiuso farmaciaL’introduzione del numero chiuso nella facoltà di Farmacia potrebbe se non risolvere – ché le cause della situazione attuale si sa che sono strutturali –, almeno attenuare la crescente disoccupazione che sta vivendo anche un settore un tempo solido come quello farmaceutico? C’è chi ne è convinto, e snocciola dati e ragioni, e chi è contrarissimo, e oppone altri argomenti e percentuali. Una guerra di numeri e botta e risposta che partono da una necessità reale, quella della riforma del corso di laurea.

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FarmaciaVirtuale.it ha perciò deciso di lanciare un sondaggio per raccogliere l’opinione dei lettori su questa sentita tematica. Due le domande a cui rispondere: “Sei d’accordo con il numero chiuso a Farmacia?” e “Sono, o non sono, d’accordo perché”.

La polemica sul numero chiuso si è recentemente riaccesa in seguito alle dichiarazioni di Maximin Liebl, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bolzano e presidente in scadenza in rappresentanza della Fofi del PGEU, Pharmaceutical Group of the European Union. Come abbiamo raccontato in un precedente articolo, Liebl ha parlato del numero programmato come possibile soluzione ai problemi occupazionali, a fronte di un numero di laureati in Farmacia che sarebbe cresciuto del 30%. Una proposta che ha prontamente suscitato la reazione agguerrita del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, che ha ribadito la propria contrarietà rifacendosi ai dati del MIUR – Almalaurea, secondo i quali il numero degli immatricolati sarebbe in diminuzione, con 7 mila medici laureatisi nel 2012 contro 3500 neofarmacisti. Il Mnlf rivendica la necessità della liberalizzazione del settore e della riforma del corso di studi, invece della chiusura dell’accesso alle iscrizioni; posizioni non nuove, che il Movimento aveva già perorato a cavallo dell’estate quando il dibattito era entrato nel vivo. In occasione di alcuni incontri per la riforma dei corsi di laurea in Farmacia e in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche promossi dalla Fofi, Federazione degli ordini dei farmacisti italiani, e allargati a tutte le componenti della professione, si era aperto un confronto aspro sugli eventuali interventi per la riduzione del numero dei laureati per arginare l’aumento della disoccupazione nel settore. Anche allora era stata guerra di numeri, unico punto di accordo la necessità di una revisione e attualizzazione del percorso formativo e professionale. A favore della programmazione degli accessi si erano schierate la Conferenza dei presidi dei corsi di laurea in Farmacia, Fenagifar, la Federazione nazionale associazioni giovani farmacisti, e la Fofi. Sull’altro fronte della barricata invece la Federazione nazionale parafarmacie, i farmacisti ospedalieri di Sifo e Sinafo e soprattutto il Movimento nazionale liberi farmacisti. Ai lettori, ora, esprimere la propria opinione.

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