Bristol Myers Squibb ha annunciato il 1 febbraio 2024 che nivolumab in associazione a ipilimumab continua a dimostrare risultati di sopravvivenza a lungo termine nello studio di Fase 3 Checkmate -214, riducendo il rischio di morte del 28% nei pazienti con carcinoma a cellule renali (Rcc) avanzato o metastatico non precedentemente trattato rispetto a sunitinib dopo otto anni, indipendentemente dal gruppo di rischio secondo l’International Metastatic rcc database consortium (Imdc). Nel dettaglio, come osservato dall’azienda, «i pazienti trattati con nivolumab in associazione ad ipilimumab, sia i pazienti con fattori prognostici di rischio intermedio e sfavorevole che tutti i pazienti randomizzati, hanno mantenuto una sopravvivenza maggiore e benefici di risposta più duraturi rispetto a quelli trattati con sunitinib». I dati sono stati presentati all’American Society of clinical oncology (Asco) Genitourinary cancers symposium 2024 che si è svolto dal 25 al 27 gennaio.

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Sopravvivenza più lunga e risposte durature in questi pazienti

Nizar Tannir, docente del Dipartimento di oncologia medica genitourinaria, Divisione di medicina oncologica, The University of Texas, Md Anderson Cancer Center, ha osservato che «è sorprendente osservare che, dopo otto anni nello studio Checkmate -214, che rappresenta il follow-up più esteso mai riportato per uno studio di Fase 3 di una terapia di combinazione con inibitori di checkpoint nel carcinoma a cellule renali avanzato, la combinazione di nivolumab e ipilimumab continua a dimostrare una sopravvivenza più lunga e risposte durature in questi pazienti. Non solo osserviamo benefici sostenuti rispetto a sunitinib per l’endpoint primario relativamente alla popolazione di pazienti a rischio intermedio e sfavorevole, ma anche per l’endpoint secondario chiave nell’ambito della popolazione intent-to-treat, il che significa che questa duplice combinazione immunoterapica ha potenzialmente la capacità di aiutare i pazienti ad ottenere risultati positivi a lungo termine, indipendentemente dal rischio secondo Imdc».

Leadership di lunga data nell’immunoterapia

Secondo Dana Walker, vicepresidente, global program lead, gastrointestinal and genitourinary cancers, Bristol Myers Squibb, «i dati aggiornati dello studio Checkmate -214 di nivolumab in associazione ad ipilimumab nel carcinoma a cellule renali avanzato o metastatico presentati ad Asco Gu sono la dimostrazione della nostra leadership di lunga data nell’immunoterapia, non solo nei tumori genitourinari, ma in diversi tipi di tumori. Questi risultati estesi sono l’ulteriore prova per la comunità scientifica del potenziale che abbiamo da tempo riconosciuto all’immunoterapia di trasformare i paradigmi di trattamento in oncologia. Siamo orgogliosi di riscontrare che i risultati a otto anni, il beneficio di sopravvivenza più esteso rispetto a sunitinib mai osservato in uno studio di Fase 3 in questa popolazione di pazienti, indicano una sopravvivenza globale sostenuta con questo approccio di duplice immunoterapia in prima linea e ne rafforzano il ruolo di attuale standard di cura in questo setting».

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