mnlfL’audizione tenuta presso la commissione Industria del Senato da parte del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti continua a suscitare un vivo dibattito tra la stessa associazione protagonista dell’intervento e Federfarma, che – come riportato da FarmaciaVirtuale.it – aveva prontamente replicato.
Venerdì 4 dicembre, il MNLF ha pubblicato un comunicato nel quale, dapprima, vengono sottolineati i «toni risentiti», forse legati «al fatto che tutte le argomentazioni contrarie alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C sono state una per una smontata e riportate alla realtà oggettiva dei fatti». Quindi sono state fornite risposte punto su punto alle critiche avanzate dall’associazione dei titolari di farmacia.
«Innanzitutto, ci è stato contestato il dato di 1,8 miliardi di euro di risparmio generato in 7 anni di liberalizzazioni. Questo perché secondo Federfarma non possono essere messi insieme farmaco ed extrafarmaco. Tuttavia, nel documento consegnato in Senato questo dato è segmentato ed è del tutto ovvio che quando c’è concorrenza essa non si concentra soltanto nel comparto investito dal provvedimento, ma si “riverbera” su tutti i prodotti del settore, limitando i rialzi ed innescando processi positivi di competitività. Piaccia o no, i risparmi ci sono stati ed hanno toccato anche articoli diversi dal farmaco».
In secondo luogo, prosegue il MNLF, «ci è stato contestato il dato relativo all’aumento del prezzo dei farmaci d’automedicazione sino al 2011 di 90 centesimi ogni 10 euro di spesa. Federfarma, modificando l’orizzonte di riferimento (non più l’AIFA e si capisce il perché) si rifà ai dati di Assosalute, la quale nei suoi report annuali deve ovviamente considerare tutti i farmaci d’automedicazione, anche quelli che hanno mercato talmente irrisorio da occupare quote dello “zero virgola zero”. Il nostro metodo di calcolo riguarda i prodotti che maggiormente vengono acquistati dai cittadini. Lo stesso metodo utilizzato dalle Associazioni dei consumatori per monitorare i prezzi. Ebbene, confermiamo che i costi dei farmaci sono aumentati in media, dalla liberalizzazione al 2011, prima quindi del delistining operato dall’AIFA, solo dello 0,9%».
Infine, «viene contestato anche il numero delle parafarmacie e quindi i dati riportati dal ministero della Salute. Nel nostro calcolo sono stati presi in considerazione solamente i codici di tracciabilità ancora attivi. Quando si va ad un appuntamento istituzionale bisogna utilizzare dati ufficiali derivanti, appunto, da comunicazioni istituzionali come quella del ministero della Salute». «Va notato inoltre – conclude il Movimento – che Federfarma non dice nulla a proposito di altri punti dell’audizione, come ad esempio il numero di farmacie a rischio chiusura. Una volta sono 6 mila, un’altra 4 mila: peccato che le farmacie con più di due parametri d’insofferenza siano in realtà appena 279 in Italia».

[Se non vuoi perdere tutte le novità iscriviti gratis alla newsletter di FarmaciaVirtuale.it. Arriva nella tua casella email alle 7 del mattino. Apri questo link]

© Riproduzione riservata

Non perdere gli aggiornamenti sul mondo della farmacia

Riceverai le novità sui principali fatti di attualità.

Puoi annullare l'iscrizione con un click. Non condivideremo mai il tuo indirizzo email con terzi.