«Individuare con chiarezza i settori industriali critici che potranno beneficiare degli interventi di fissazione dei prezzi per la fornitura di energia elettrica alle PMI da parte degli Stati membri; escludere l’industria farmaceutica dalla richiesta di riduzione dei consumi nell’ambito dei piani nazionali di emergenza per la sicurezza dell’approvvigionamento del gas, che in linea con le indicazioni della Commissione Ue dovrebbero essere aggiornati dal 31 ottobre; includere il settore dei medicinali senza brevetto nel quadro di crisi temporanea per gli aiuti di Stato a sostegno dell’economia a seguito dell’aggressione contro l’Ucraina da parte della Russia». Sono le tre richieste che il presidente di Medicines for Europe, Elisabeth Stampa, ha avanzato in una lettera aperta ai ministri europei dell’Energia e ai Commissari europei responsabili sull’inflazione e sui costi energetici in vista dell’incontro dei ministri dell’Energia dell’UE-27, in programma il 30 settembre a Bruxelles, per cercare di raggiungere un accordo sulle recenti misure di emergenza proposte dalla Commissione europea per far fronte ai prezzi elevati dell’energia.
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Rigida regolamentazione dei prezzi dei medicinali fuori brevetto
Secondo Stampa «nell’ultimo decennio i medicinali fuori brevetto, che rappresentano il 70% dei medicinali dispensati nell’Unione Europea, sono stati soggetti a una rigida regolamentazione dei prezzi, a misure di austerità di bilancio e a gare al massimo ribasso, causando una sostanziale erosione dei prezzi e una situazione insostenibile per i produttori. Questa situazione è stata esacerbata dalla crisi del Covid-19 e dalla guerra in Ucraina, che hanno determinato un aumento generale dell’inflazione (ora oltre il 9%), dei costi delle materie prime (aumentati tra il 50-160%), dei costi di trasporto (fino a 500%) e dei prezzi dell’energia». Stampa sottolinea come «i prezzi del gas e dell’elettricità hanno raggiunto livelli record e alcuni dei nostri produttori rischiano di avere le forniture di gas razionate o di non poter continuare attività manifatturiere a causa dei prezzi elevati. Qualsiasi arresto della produzione, anche temporaneo, avrebbe effetti dannosi sulla fornitura di medicinali ai pazienti e richiederebbe uno sforzo significativo e lunghi ritardi per riprendere le attività di produzione. Diversi farmaci (ad es. medicinali sterili, biologici e antibiotici) sono prodotti attraverso complessi processi di riscaldamento e raffreddamento dedicati per la loro produzione e consegna a ospedali e cliniche o richiedono processi ad alta intensità energetica per la produzione di ingredienti attivi o formulazioni. Ciò richiede una fornitura continua di energia a prezzi accessibili che consenta ai produttori europei di competere con la Cina dove i prezzi dell’energia industriale sono controllati. Mentre tutti i nostri fornitori stanno aumentando i loro costi, il nostro settore non può adeguare i prezzi dei propri prodotti. Questo mette a rischio la fornitura di medicinali e gli sforzi del nostro settore di investire nella produzione in Europa».
Mercato altamente regolamentato
La presidente Stampa spiega che le aziende produttrici di generici operano in un mercato altamente regolamentato in cui i prezzi dei medicinali sono fissati dalla autorità nazionali e sono soggetti a misure automatiche di riduzione del prezzo. La maggior parte degli Stati membri applica inoltre misure aggiuntive di riduzione dei prezzi, misure di payback e clawback, nonché sconti obbligatori sul fatturato (i.e. In Italia il prelievo dell’1,83% sul prezzo al pubblico per i medicinali SSN venduti in farmacia). «Questa combinazione di inflazione dei costi e politiche di controllo dei prezzi minaccia la disponibilità di medicinali essenziali e rende insostenibile la produzione dell’UE – conclude la presidente di Medicines for Europe -. Per questo è imperativo che l’UE introduca misure per ridurre i costi energetici per il settore dei medicinali generici che non può aumentare legalmente i prezzi in Europa a causa dei prezzi di riferimento e, al contempo, gli Stati Membri fermino le politiche di costante riduzione dei prezzi che sono in atto da anni».
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