Dopo i commenti negativi della Società italiana di farmacia ospedaliera (Sifo) e Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi) alla proposta di legge a firma di Angela Ianaro, parlamentare del Movimento 5 Stelle, laureata in farmacia e docente di farmacologia presso l’Università degli studi di Napoli, relativa all’«istituzione sperimentale, ma per tre anni e con oneri per lo Stato pari a 30 milioni di euro, di ”centri operativi e gestionali del farmaco presso le strutture sanitarie pubbliche” costituiti da farmacologi clinici», anche la Conferenza dei direttori delle scuole di specializzazione in farmacia ospedaliera esprime forti perplessità.

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Nello specifico, Nicola Realdon, presidente dell’organizzazione, evidenzia che «la Conferenza dei direttori delle scuole di specializzazione in farmacia ospedaliera esprime la preoccupazione che, nella denegata ipotesi di approvazione della proposta di legge n. 1572 del 5 febbraio 2019: “Istituzione sperimentale dei centri operativi e gestionali del farmaco presso le strutture sanitarie pubbliche, per promuovere la sicurezza, l’efficacia e l’appropriatezza nell’uso dei farmaci”, a prescindere dalla dubbia utilità di tali “centri” in quanto duplicazione di attività già istituzionalmente svolte dalle Farmacie Ospedaliere, possano essere affidati a professionisti con formazione di base diversa da quella farmaceutica. In particolare, in virtù della formazione specialistica più completa, lo specializzato in Farmacia ospedaliera è in grado di fornire una assistenza più qualificata al medico di reparto».

Secondo il dirigente, infatti, «l’incongruenza della proposta di legge laddove prevede l’istituzione del “centro operativo e gestionale del farmaco” “operante presso le unità operative delle farmacie ospedaliere”, struttura dove già operano farmacisti specialisti per le stesse finalità indicate nella proposta di legge, in quanto formati con questi obiettivi e a tali finalità istituzionalmente preposti in modo esclusivo, a differenza di Biologi e Medici che in tale struttura non possono operare». In aggiunta a ciò, Reladon sottolinea «l’incongruenza nel conferire la direzione del “centro operativo e gestionale del farmaco” ad uno “specialista in farmacologia e tossicologia clinica medico”, escludendo di fatto discriminatamente gli altri specialisti nella stessa disciplina ma laureati in scienze biologiche, biotecnologie, farmacia o chimica e tecnologia farmaceutiche, per altro, questi due ultimi, diversamente dal Medico, dal Biologo e dal Biotecnologo, in possesso dell’unico patrimonio formativo indiscutibilmente idoneo al perseguimento delle finalità dell’ipotizzato centro del farmaco».

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