farmacie onlineDa circa un anno e mezzo è possibile vendere farmaci da banco online, aprendo un sito internet ad hoc. La normativa che permette alle farmacie di ottenere le autorizzazioni per tale attività prevede l’ottenimento di un via libera da parte sia della Regione (o della Provincia autonomia) che del ministero della Salute. Con quest’ultimo che concede a chi ne ha diritto l’uso di un bollino che consente di riconoscere le vere farmacie dai tanti siti che si spacciano per esserlo ma che in realtà vendono in modo illecito. FarmaciaVirtuale.it ha ascoltato l’opinione di un farmacista esperto della materia, Luigi Canfora, della omonima farmacia e da anni attivo nel commercio elettronico, secondo il quale esistono potenziali falle nel sistema, che potrebbero mettere a rischio la sicurezza complessiva per i pazienti che cercano di acquistare farmaci online. «Alla regione si inviano dei documenti che poi vengono restituiti con un “ok”, a quel punto di può mandare il dossier al ministero, che concede l’autorizzazione e il bollino. In tutto ciò l’unica variabile che risulta realmente controllabile è il codice univoco che ogni esercizio ha, sia esso una farmacia o una parafarmacia. Ma chi controlla poi che davvero i prodotti ceduti arrivino da quel negozio?». In altre parole, si potrebbe, almeno in linea teorica,utilizzare il codice di una farmacia per aprire un sito, e poi mantenere i farmaci in un magazzino situato al di fuori della farmacia o della parafarmacia autorizzata. «Occorrerebbe che le autorità effettuassero, almeno inizialmente e se possibile anche periodicamente, dei controlli per far sì che si possa verificare concretamente il funzionamento di ciascuna struttura», prosegue il farmacista. Un altro elemento sul quale potrebbero, in teoria, verificarsi problemi è quello degli sconti: «La norma prevede che i prezzi online debbano essere uniformi a quelli praticati su internet. Ma anche qui chi controlla?». Dal punto di vista fiscale, inoltre, «per le vendite online non c’è obbligo di emissione dello scontrino, perché la transazione è soggetta alla legge sul commercio elettronico. È obbligatoria invece la registrazione dell’incasso dei corrispettivi. Il che potrebbe portare teoricamente a casi di evasione».

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