farmacista-luigi-canfora«L’ingresso di Amazon nel mondo della farmacia sarà devastante. Anche per il potere politico ed economico che il colosso dell’e-commerce rappresenta». Ad affermarlo è il farmacista Luigi Canfora, titolare di un esercizio situato a Barengo, in provincia di Novara, e tra i pionieri delle farmacie online in Italia. Da un mese circa, infatti, anche lui ha decido di aprire una vetrina sul marketplace: «Quattro settimane mi sono bastate per capire di che cosa stiamo parlando. Ho messo in vendita su Amazon soltanto 300 prodotti parafarmaceutici, a fronte dei circa 6.000 che sono presenti sul mio sito Internet. La realtà che mi sono trovato di fronte è che le vendite su Amazon sono già pari a quelle che riesco a fare con il mio portale. Che è aperto ormai da nove anni». È da qui che nascono le conclusioni alle quali giunge il farmacista: «Esiste un’intera generazione di persone, e penso che per la prossima sarà lo stesso, che ormai si rivolge ad Amazon per comprare qualsiasi cosa. Senza più neppure andare a verificare se quello offerto è il prezzo migliore: compra lì e basta. Per abitudine e per comodità. La verità è che Amazon non è battibile, per cui alle farmacie territoriali non resta che cercare di lavorare al massimo sulla qualità, sul servizio fornito alle persone, cercando di convincerle che è meglio rivolgersi al proprio farmacista di fiducia». Canfora ricorda poi che «ad oggi la normativa vieta la vendita di farmaci Sop e Otc sui siti di marketplace. Ma non mi stupirebbe se, in un futuro non troppo lontano, Amazon avesse la forza di intercedere affinché, ad esempio, venga consentito alle farmacie dotate di un’autorizzazione per la vendita online di passare anche per il portale del colosso americano. Discorso diverso, invece, è quello legato ad eventuali farmaci a marchio Amazon: in Europa non credo che sia facile arrivare a questo. Ma resta il fatto che la situazione è allarmante. Ciò nonostante, a me pare che la questione del commercio online sia pressoché sconosciuta a Federfarma: temo che pensino si tratti di un problema circoscritto alle poche centinaia di farmacie attive su Internet. Ma non è così: riguarda tutti. Un mese di presenza su Amazon me lo ha confermato».

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