Lo scorso 25 gennaio FarmaciaVirtuale.it ha pubblicato una lettera ricevuta da un ex titolare farmacista che ha da poco ceduto la propria attività. Il documento firmato, pubblicato in forma anonima, ha stimolato diverse reazioni alcune critiche, altre a favore del farmacista che dopo una serie di riflessioni è giunto alla conclusione di cedere la farmacia. Eugenio Leopardi, presidente dell’Unione tecnica italiana farmacisti (Utifar), ha inviato una lettera al farmacista con la quale ha mostrato affetto e vicinanza al farmacista, pur non condividendone il “pessimismo”. Si allega il testo integrale della missiva di Leopardi.
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«Caro Collega, non so se la Tua “certa età” è più o meno alta della mia, ma anch’io non sono giovanissimo.
Ho 62 anni, 40 di laurea e respiro farmacia da quando sono nato.
Comprendo la Tua delusione e capisco la Tua scelta, ma non condivido il Tuo pessimismo.
La nostra professione è cambiata, sta cambiando e cambierà sempre di più, ma il cittadino avrà sempre bisogno del “suo” farmacista.
Certo, le cose sono cambiate e per chi come noi ha vissuto l’epoca del Cromaton e dello scarico mensile degli stupefacenti, la burocrazia di oggi e i bassi margini ci creano insoddisfazione e portano, spesso, alla decisione che hai preso Tu. Ma chi inizia oggi, con le nuove regole, ha davanti una vita professionale ancora ricca di soddisfazioni, anche economiche.
I servizi in farmacia daranno una nuova vita alla nostra professione e avvicineranno sempre di più il cittadino alla farmacia, soprattutto in quelle zone dove siamo gli unici professionisti che si occupano di salute. Il commercio online non va visto come un concorrente, ma come un qualcosa in più, che i tempi ci portano a guardare con attenzione.
Il laboratorio galenico è sempre una freccia che abbiamo al nostro arco e che spesso non usiamo. Le terapie sono sempre più personalizzate e noi dobbiamo essere protagonisti in questo settore. Anche la gestione economica, oggi, va affrontata in modo diverso, con più attenzione di prima, visti i margini differenti. In questo ambito, non ci si può più accontentare di un lavoro ragionieristico da parte dei consulenti. E certamente dovremo essere bravi ad adattare il nostro stile di vita alla nuova marginalità della farmacia. In questo, certamente, i giovani sono più fortunati, perché non hanno abitudini distorte.
Certo quei colleghi che fanno la “rincorsa allo sconto”, non aiutano la professione e la farmacia e, secondo me, non aiutano nemmeno loro stessi: lavorano il triplo per margini molto esigui, ma purtroppo da qui non si torna indietro. Questo è un vulnus che ci portiamo dietro da un’incomprensione tra la Federfarma di allora e il Ministro Storace.
Questo mio pensiero non vuole, certamente, contestare la Tua libera scelta, per la quale Ti faccio i migliori auguri, ma vuole ridare la giusta visione alla nostra professione futura che, se vissuta in modo professionalmente corretto, continuerà ad essere una professione dignitosa, piena di soddisfazioni e, soprattutto, indispensabile per il cittadino.
Dr. Eugenio Leopardi»
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