In una nota datata 1 ottobre 2019, Federfarma ha fatto sapere di aver ricevuto una serie di segnalazioni da parte di consulenti fiscali e di essere per questa ragione «intervenuta presso l’Agenzia delle Entrate per evidenziare le criticità emerse dall’applicazione dell’ISA AM04U». L’associazione dei titolari di farmacia ha spiegato, «in relazione alle segnalazioni di criticità pervenute dai professionisti che assistono le farmacie sul territorio in ordine alla prima fase di applicazione dell’indice sintetico di affidabilità ISA AM04U, che ha per oggetto l’attività economica delle farmacie, di essere intervenuta presso l’Agenzia delle Entrate».
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Nel documento inviato a quest’ultima, Federfarma fa riferimento «all’indice relativo ai costi residuali di gestione, che non è in grado di prevedere particolari situazioni attinenti la reale conduzione dell’impresa e risulta pertanto penalizzante anche nei confronti di fattispecie dove non siano rilevabili incoerenze contabili. Al momento, in queste circostanze, sembra possibile soltanto il ricorso alle annotazioni nell’apposito spazio presente nel modello, facendo affidamento ad una attenta considerazione futura da parte degli Uffici dell’Amministrazione finanziaria».
Inoltre, l’associazione di categoria ha segnalato «una singolarità specifica del settore riguardante l’eventuale appartenenza della farmacia a gruppi di acquisto. Come noto, l’ISA classifica queste farmacie nel MoB 5 e nel modello per la comunicazione dei dati, in merito agli elementi specifici dell’attività, tra le modalità organizzative, viene richiesto semplicemente di barrare la casella presente al rigo C18. Al riguardo, sono giunte numerose segnalazioni in base alle quali viene evidenziato il pesante effetto, in termini di indice di affidabilità, conseguente all’appartenenza o meno a gruppi di acquisto, unioni volontarie, consorzi, ecc. In altri termini, l’appartenenza a queste forme collettive, desunta soltanto da un’informazione non ponderata, finisce per produrre un esito dicotomico non in grado di coglierne correttamente la portata, che in molti casi è solo di valore organizzativo e non necessariamente economico. Al contrario, il risultato ai fini dell’affidabilità viene pesantemente modificato senza alcun riscontro tangibile».
Di qui la richiesta di un intervento «teso ad approfondire i contenuti degli accordi che regolano l’appartenenza alle suddette aggregazioni». Inoltre, in via transitoria, Federfarma ha chiesto di disattivare gli effetti determinati da tale situazione. Come riportato da FarmaciaVirtuale.it ai propri lettori, lunedì 30 settembre e martedì 1 ottobre si è tenuto lo sciopero dei commercialisti dovuto alle complessità sui nuovi Indici. Stando alle motivazioni dei professionisti, gli Isa sono ritenuti «uno strumento da perfezionare, è una sintesi tra due banche dati». Nello specifico, «nessuno vuole bloccare l’evoluzione degli studi di settore, ma questa evoluzione deve partire quando il sistema è pronto e adesso non lo è».
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