Il comparto degli integratori alimentari viene ancora spesso paragonato a quello dei farmaci. Tra i due settori però, secondo Germano Scarpa, presidente di Integratori&Salute, ci sono grandi differenze e non è corretto usare per entrambi gli stessi parametri di valutazione. «Il mercato degli integratori alimentari in Italia e nel resto d’Europa continua a crescere in modo costante – ha spiegato Scarpa a FarmaciaVirtuale.it –. Questo trend dimostra come ormai il consumatore sia consolidato e abbia maturato negli anni una fiducia crescente verso l’utilizzo di questi prodotti. Se così non fosse, l’andamento positivo del settore non si spiegherebbe. Non credo che un consumatore possa continuare ad acquistare un prodotto se non ne percepisce un giovamento». Secondo Scarpa «l’errore di chi sostiene il contrario è confrontare gli integratori con i farmaci, che non è corretto, seppur i prodotti si vendano con forme molto simili e negli stessi canali distributivi. Come associazione del settore, da sempre sosteniamo chiaramente che gli integratori non servono a curare le malattie. Possono avere un effetto coadiuvante ai farmaci, ma la loro funzione è quella di avere un effetto metabolico per mantenere in efficienza il nostro sistema fisiologico. Ciò significa mantenere in salute le persone che già stanno bene. Il consumatore oggi è consapevole di questo e assume con frequenza e metodo un integratore alimentare perché è convinto che gli faccia mantenere lo stato di salute con maggior facilità».
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Le difficoltà nel fare innovazione
Integratori&Salute sta lavorando per semplificare e rendere più oggettivo il percorso delle aziende verso l’innovazione. «L’industria del nostro comparto – ha evidenziato Scarpa – ha necessità e voglia di innovare, ma per farlo deve passare attraverso le procedure previste per la definizione dei novel food, in cui la legge non è per niente chiara. Il percorso attraverso il quale un novel food viene riconosciuto tale deve essere un iter certo, con passaggi obbligati, ma che non può essere frutto di opinioni personali. Un altro problema ricorrente è l’uso di protocolli legati agli schemi del farmaco per dimostrare l’effetto metabolico di un nutriente. Ma anche questo è sbagliato. L’effetto farmacologico si misura con parametri che non sono adatti agli integratori, per i quali si usano nuove tecnologie che spesso il mondo scientifico ancora non riconosce. C’è quindi un problema di sistema, di modalità, di processo e di metodo che, come Associazione, continueremo ad affrontare perché ritengo che cambiare questi fattori rappresenti una svolta epocale per permettere alle imprese di mettere sul mercato prodotti con nutrienti sempre più innovativi a beneficio dei consumatori. Inoltre, laddove l’integrazione permette agli individui di non passare dallo stato fisiologico a quello di malattia, avremo un minor numero di malati con la possibilità di investire più risorse nella cura delle malattie gravi e rare, che è ciò a cui il settore degli integratori ambisce».
Una voce unica per tutelare il settore
Oggi Integratori&Salute conta 200 aziende associate, ovvero gran parte delle imprese che erano già associate a Federsalus. «La nascita di Integratori&Salute è stata voluta per permettere al settore di difendersi con voce univoca – afferma Scarpa –. Confindustria è l’unico contenitore per il settore industriale che permette di avere relazioni con le istituzioni e il mondo politico. Abbiamo quindi creato un’unica associazione che mantiene la vivacità culturale che Federsalus ha sempre dimostrato e la capacità di sensibilizzare sempre di più il mondo politico e le istituzioni sulle tematiche del settore. Il nostro obiettivo è essere riconosciuti come qualcosa di completamente diverso dal farmaco ma con pari dignità».
Intervista integrale
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