Sono stati presentati i risultati dell’Indice di “vicinanza” della salute, nell’ambito del secondo rapporto dell’Osservatorio salute benessere e resilienza. Come emerso a margine dell’analisi dei dati «non decolla la ripresa dopo gli anni della pandemia, proprio la salute è l’elemento che ha pagato il costo più alto: sia in termini di isolamento, disgregazione delle relazioni sociali, visite mediche e interventi rimandati, stress del personale sanitario, vulnerabilità di stili di vita e alimentari dovuti al cambiamento climatico. Continua la discesa anche negli anni che dovrebbero essere di ripresa: l’Indice di “vicinanza” della salute nel 2022 ha totalizzato 86 punti, perdendo 14 punti rispetto al valore base di 100 punti fissato per il 2010, anno di partenza della rilevazione. Si è scesi così di altri 4 punti rispetto al 2021 in cui si registravano 90 punti».
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Cosa è la “vicinanza” della salute
Con il concetto di “vicinanza” della salute si intende la relazione nello spazio e nel tempo che sussiste tra la persona e la disponibilità del bene salute e la possibilità di fruirne. Ovvero, far sì che il momento in cui il bisogno di salute si origina, il momento in cui questo bisogno viene captato, il momento in cui vi si fornisce una risposta e il momento in cui il destinatario effettivamente ne beneficia siano il più vicini possibile. La Fondazione Bruno Visentini ha dunque pubblicato la seconda edizione del rapporto che misura l’Indice di “vicinanza” della salute che prende in esame l’andamento 72 indicatori organizzati in 3 contesti e 22 domini. Obiettivo, verificare come stiano cambiando le dinamiche, servizi e condizioni di salute dal 2010 ad oggi. Uno sforzo di ricerca culminato nel Rapporto di ricerca intitolato “Unire i puntini: verso un Piano nazionale di salute” presentato al Senato il 28 febbraio 2024 su iniziativa della senatrice Ylenia Zambito.
Le malattie prevenibili e l’impatto sulla salute
Gli esperti hanno sottolineato come appaia sempre più necessario ritornare a uno sforzo di pianificazione a livello paese, che conduca a un “Piano nazionale di salute” che riprenda – ed integri anche su dimensioni extrasanitarie – un piano sanitario nazionale. Come emerso, «le questioni più rilevanti di oggi per la popolazione che vive in Europa sono: essere in grado di vivere non di sopravvivere, vivere in comunità sane e sicure e di potere beneficiare di politiche per la salute in grado di assicurare loro una vita migliore sia già oggi che per le prossime generazioni». Ciò nonostante «i dati dimostrano che oltre il 20% della popolazione nelle regione europea dell’Oms – che include anche gli stati dell’ex Unione Sovietica, Turchia e Israele – , vivono con malattie prevenibili che purtroppo ne limitano fortemente la loro partecipazione sia alla vita sociale che a quella economica. E il 20% della popolazione europea più povera è a rischio doppio di essere colpita da una malattie mentale, con la conseguenza che, la loro cura, raggiunge costi che corrispondono al 4% del Pil del singolo Stato».
Programmazione condivisa con tutti gli stakeholders a livello nazionale
Ylenia Zambito, senatrice della Repubblica, ha ricordato che «la prevenzione, la presa in carico del paziente, la telemedicina, l’assistenza territoriale, i servizi socio-sanitari, l’ospedale, ma anche il territorio, il terzo settore e i diversi attori del welfare che comunque contribuiscono alla tutela della salute pubblica e individuale, rappresentano i tanti puntini che devono essere uniti in quello che deve essere un approccio olistico ai bisogni di salute, esattamente come è previsto dalla logica One Health». Zambito si chiede «come si possono unire i puntini se negli ultimi anni abbiamo assistito a un incremento di interventi normativi abnorme», rispondendo che «lo si può fare solo attraverso la realizzazione di un momento di programmazione condivisa con tutti gli stakeholders a livello nazionale, che definisca i connotati dell’evoluzione del sistema di salute, a partire da un piano sanitario nazionale (l’ultimo risale al 2008), ma includendo anche gli altri elementi che sono a pieno titolo ‘attori della salute’, come la componente sociale o ambientale. Una sfida che, insomma, ci riguarda tutti».
Migliorare lo stato di vicinanza alla salute per i cittadini italiani
Duilio Carusi, adjunct professor Luiss Business School e coordinatore dell’Osservatorio, ha spiegato che «nel 2022, nonostante i molteplici interventi normativi, non abbiamo assistito ancora a una inversione i trend negativi acuitisi ulteriormente rispetto all’anno precedente, e le molteplici iniziative previste dal Pnrr (molte delle quali ancora sulla carta) non sono ancora pienamente arrivate a migliorare lo stato della Vicinanza alla salute per i cittadini italiani. Il desiderio di dare soluzioni e risposte ha dato luogo a una proliferazione di interventi normativi e piani ad hoc spesso tra loro poco raccordati ed in parte sovrapposti. Manca ancora una visione di insieme riassunta in questo lavoro». Carusi ha poi osservato che «a cominciare dal marzo 2020 abbiamo assistito a una produzione normativa in materia sanitaria caratterizzata da una ipertrofia. Prevenzione, cronicità, telemedicina, fascicolo sanitario elettronico, assistenza territoriale, bacini di utenza ospedaliera hanno costituito, l’oggetto di svariate iniziative normative. Per rispondere alle tante criticità rilevate, ora più che mai c’è la necessità di far dialogare la sfera sanitaria con le componenti relative alla assistenza sociale, sociosanitaria e della tutela ambientale».
Osservatorio salute benessere e resilienza: scopi e obiettivi
Per intercettare le dinamiche e la portata della trasformazione in corso in Italia, la Fondazione Bruno Visentini ha istituito nel 2021 un Osservatorio salute benessere e resilienza al quale ha affidato lo sviluppo di un nuovo strumento di misurazione sintetico dell’impatto sulla salute che fosse innovativo e che integrasse alla ricerca in ambito sanitario anche quella in ambito sociale ed economico. L’Osservatorio ha tra i suoi mandati quello di intercettare e descrivere i connotati di un sistema salute in trasformazione e, di conseguenza, le aree che necessitano di un intervento mirato e prioritario, attraverso la promozione del dibattito e di proposte di policy condivise tra gli attori del sistema salute. Inscindibile da questa lettura risulta pertanto la promozione della salute in tutte le politiche, propria della visione Health in all policies (Hiap) che esce dai confini canonici dell’intervento sanitario, ponendo la salute come condizione abilitante per il corretto sviluppo della vita umana sotto il profilo individuale, sociale e produttivo.
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