È stata presentata a Roma, il 28 novembre 2019, la seconda “Indagine civica sul ruolo delle farmacie” promossa da Cittadinanzattiva e Federfarma con il contributo di Teva. Dal documento emerge che «tre quarti dei cittadini hanno una propria farmacia di fiducia dove sono soliti recarsi»; inoltre, «il 73% è a conoscenza che da alcuni anni ormai le farmacie sono abilitate ad erogare nuovi servizi per i cittadini». Mentre il 65% «percepisce la figura del farmacista come un professionista dispensatore di consigli importanti per la propria salute». Il rapporto spiega tuttavia che esistono ancora barriere che ostacolano «il pieno passaggio dalla dalla farmacia “di fiducia” alla farmacia “dei servizi”». E cita in particolare, in questo senso, «un limitato coinvolgimento delle farmacie in campagne di prevenzione e screening promosse dalle istituzioni; lo scarso coinvolgimento delle stesse nel processo di attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico; una insufficiente condivisione, ai fini del supporto all’aderenza terapeutica, dei dati telematici tra il gestionale della farmacia e i sistemi informativi di ministero, Aifa e MMG; la necessità di rafforzare dialogo e collaborazione a livello locale con le realtà dell’associazionismo civico impegnate nella tutela della salute come bene comune».
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Ciò nonostante, secondo Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, per la farmacia «l’essere destinataria di tanta fiducia è un ottimo presupposto per poter giungere compiutamente alla farmacia dei servizi». Secondo il presidente di Federfarma Marco Cossolo, «questo secondo rapporto conferma che le farmacie stanno potenziando la prevenzione e il monitoraggio della terapia dei pazienti e che i cittadini hanno nella farmacia e nel farmacista una enorme fiducia. Dalla analisi emerge anche che manca ancora un impegno strutturato della parte pubblica e che lo sviluppo della farmacia viaggia in modo disomogeneo sul territorio. La sperimentazione della farmacia dei servizi può essere il punto di svolta per invertire questa tendenza».
La presidente del Sunifar Silvia Pagliacci ha aggiunto che «dal rapporto emerge che anche le farmacie rurali e delle zone disagiate svolgono un lavoro egregio sul territorio, malgrado le mille difficoltà e la scarsità di spazi risorse e strumentazioni». I cittadini che hanno partecipato all’indagine hanno inoltre spiegato di ritenere, nel 65% dei casi, il farmacista «un professionista che dispensa consigli importanti per la salute». Hanno poi spiegato, che un farmacista su quattro «conosce il medico di famiglia o l’eventuale specialista che ha in cura la persona», sa quali farmaci la persona prende abitualmente, è prodigo di consigli in merito ai dosaggi o alle modalità di assunzione quando consegna i farmaci.
Per quanto riguarda invece le informazioni fornite dalle farmacie, «il 70% ha aderito a campagne di prevenzione istituzionale relative al tumore al colon-retto, mentre un 27% ad altri screening, aventi principalmente ad oggetto diabete e ipertensione. In misura minore, asma, tumore al seno, patologie cardiovascolari e BPCO». Azioni giudicate positivamente dalla popolazione.
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