A distanza di oltre 10 anni dal sui concepimento, la Farmacia dei servizi porta a casa un altro tassello per la completa integrazione nelle maglie del Servizio sanitario nazionale. Nella seduta del 17 ottobre 2019, la Conferenza Stato-Regioni ha sancito l’accordo tra il Governo, le Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano sul documento recante «Linee di indirizzo per la sperimentazione dei nuovi servizi nella farmacia di Comunità». Le prime nove Regioni interessate dalla sperimentazione, dunque, recepiranno l’accordo emanando le direttive attuative sulla base di quanto deliberato. Successivamente sarà erogata una prima tranche del 20% degli importi previsti e le successive quote dell’80%. Queste ripartite in misura del 40% da versare al raggiungimento del 50% delle attività ed una ulteriore quota del 40% al termine di quanto stabilito nel cronoprogramma. Dopo il via dell’implementazione sarà la stessa Direzione generale della Programmazione sanitaria a trasmettere ogni sei mesi il monitoraggio relativo al periodo 2019-2021.

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È di 36 milioni di euro l’importo destinato al finanziamento sul territorio, in via sperimentale, di servizi cognitivi, servizi di front-office, servizi di telemedicina e servizi di screening per il tumore del colon retto. L’avvio della sperimentazione prevede l’erogazione degli importi nelle prime nove regioni: Piemonte, Lazio e Puglia, dunque Lombardia, Emilia-Romagna e Sicilia, ed infine Veneto, Umbria e Campania. La Lombardia è la regione alla quale saranno erogati i maggiori finanziamenti, pari a quasi 8 milioni di euro. Segue il Lazio, con oltre 4,6 milioni. Alla Campania spetteranno quasi 4,5 milioni. Poco al di sotto della soglia dei 4 milioni si collocano Sicilia e Veneto. Al Piemonte ed Emilia-Romagna andranno invece circa 3,5 milioni. La Puglia otterrà finanziamenti per 3,2 milioni. Infine, all’Umbria saranno concessi poco più di 700.000 euro.

La ratifica dell’accordo ha incassato il favore delle principali sigle di categoria. «Con questa sperimentazione – evidenzia Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi) – sarà finalmente possibile dimostrare quanto il farmacista di comunità, collaborando con gli altri professionisti possa contribuire al potenziamento dell’assistenza territoriale, in particolare per i pazienti cronici e quelli più fragili, in tema di accesso alle prestazioni del Ssn, presa in carico dei pazienti cronici e prevenzione». In aggiunta a ciò, Mandelli evidenzia che «le linee di indirizzo, frutto del gruppo di lavoro istituito dal Ministero della Salute sono un modello a livello internazionale per l’applicazione e la validazione della pharmaceutical care sul territorio, e va dato atto a tutti i partecipanti a questo tavolo, le Regioni, Federfarma, Assofarm, Utifar, Fimmg, Fnomceo, Fnopi e Cittadinanzattiva, di aver operato assieme a noi con rigore e rapidità».

Soddisfazione anche da Marco Cossolo, presidente Federfarma. Il dirigente evidenzia in proposito che «si tratta di un risultato molto importante ottenuto grazie alla collaborazione di tutte le organizzazioni di settore che insieme a Federfarma hanno partecipato in maniera costruttiva alla stesura delle linee guida. Infatti, con il varo delle linee guida si apre la strada alla concreta attuazione della farmacia dei servizi, che consentirà di ridurre i costi complessivamente sostenuti dal Ssn, di ridurre i ricoveri ospedalieri, di semplificare la vita dei cittadini e di ottimizzare la spesa farmaceutica attraverso l’uso corretto dei farmaci e il monitoraggio dell’aderenza alla terapia».

Intanto proseguono i lavori sul fronte delle Regioni per la tutela dei piccoli centri. Il Sunifar, in rappresentanza delle farmacie rurali, ha fatto sapere di aver avviato un tavolo di lavoro «per costruire nuovi servizi e opportunità da portare nelle farmacie, a beneficio di tutti i cittadini». Ciò insieme all’Unione nazionale comuni comunità enti montani (Uncem), con l’obiettivo di arrivare ad un incontro propositivo con Roberto Speranza, ministro della Salute. «Molte le sfide aperte – si legge in una nota – e le proposte che Uncem e Sunifar sottoporranno al ministro Speranza in un incontro. In prima battuta, la mancanza di medici di base, chiedendo venga attuato quanto scritto nel “Decreto Calabria” compresi gli incentivi economici per i medici che scelgano di aprire ambulatori nei Comuni montani». Ma anche temi legati alla digitalizzazione, alla sostenibilità e appunto all’esecuzione della Farmacia dei servizi, al fine di «garantire “continuità assistenziale”», di cruciale importanza «per una popolazione sempre più anziana e con molte cronicità».

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