Quale è l’impatto dell’import-export dei medicinali in Italia? Quali sono i principali numeri di un mercato che negli ultimi anni ha avuto una crescita esponenziale? A far luce su questi aspetti è il primo Rapporto Osmed su importazione parallela ed esportazione dei medicinali per uso umano, presentato dall’Agenzia italiana del farmaco sul proprio canale YouTube. «La pubblicazione – ha evidenziato l’Aifa – esamina in maniera organica un tema che ha registrato una crescita importante nel triennio 2016-2018, periodo in cui la spesa dei prodotti importati tramite importazione parallela è stata di 450 milioni di euro. Il 41,4% ha riguardato la spesa convenzionata e il 58,5% la spesa privata, per un totale di 51 milioni di confezioni».
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Le tipologie di farmaci oggetto di parallel trade
Dando uno sguardo alla tipologia di farmaci scambiati, «il mercato dell’importazione parallela nazionale – ha puntualizzato l’Agenzia – è costituito in prevalenza da farmaci acquistati direttamente dai cittadini (58,5%) con alta presenza di farmaci di fascia C e solo per il 41,5% di farmaci rimborsati dal Ssn». Solo nel triennio 2016-2018 «risultano esportate 90 milioni di confezioni di farmaci a cui è possibile attribuire un valore di oltre 2,2 miliardi di euro (applicando a tali farmaci il prezzo per il Ssn in Italia)». Come riportato da FarmaciaVirtuale.it, l’Agenzia italiana del farmaco ha adottato la procedura semplificata di negoziazione del prezzo e rimborso dei medicinali autorizzati con procedura di importazione parallela. «Ciò significa – evidenzia l’Ente governativo . che l’azienda che intenda avvalersi della procedura semplificata dovrà fare una proposta di prezzo che preveda la riduzione di almeno il 7% rispetto al prezzo al pubblico del prodotto corrispondente già commercializzato in Italia (sia nell’ipotesi in cui si tratti di un cosiddetto farmaco originatore che di equivalente/biosimilare)».
Magrini: «In Italia mercato ancora giovane»
«La panoramica sulle politiche intraprese a livello internazionale – spiega Nicola Magrini, direttore dell’Aifa – è di interesse per una riflessione più ampia sul posizionamento dell’Italia rispetto ad altri Paesi. L’Italia rappresenta un mercato ancora giovane rispetto, per esempio, a Germania e Regno Unito, ma l’assetto internazionale è in evoluzione sia per i cambiamenti normativi in atto che per quelli geopolitici. I dati su consumi e spesa raccolti possono quindi rappresentare un’eccezionale opportunità per il governo efficiente della spesa sanitaria. È importante che se ne sappia sempre di più e grazie a questo Rapporto verranno alla luce i dati su come vengono importati e utilizzati tutti i farmaci». Tale fenomeno «riguarda principalmente i farmaci di fascia C – precisa Magrini -, in genere considerati non essenziali per quanto riguarda la spesa; noi riteniamo però che siano da monitorare con una certa attenzione. Anche quando i farmaci sono a carico del cittadino vanno comunque ben sorvegliati perché l’out of pocket rappresenta una responsabilità collettiva».
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