«La disponibilità del ministero della Salute a coinvolgere le farmacie nella prossima campagna vaccinale antinfluenzale è un’occasione unica, dobbiamo stimolare il governo a spingersi più avanti: come già accade in diversi altri paesi nord europei, dalla Francia all’Olanda, anche in Italia i farmacisti potrebbero somministrare direttamente i vaccini ai cittadini. Parallelamente a ciò, le farmacie potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nella somministrazione dei test sierologici a tutti i cittadini italiani». Sono le parole di Venanzio Gizzi, presidente della Federazione italiana delle farmacie comunali (Assofarm), il quale evidenzia in una nota che «la nostra presenza capillare su tutto il territorio italiano potrebbe offrire una copertura rapida ed efficace dei test che, lo sappiamo, sono lo strumento più efficace per mappare i soggetti asintomatici».
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L’incontro oggi a Roma
In merito all’incontro che si terrà oggi, 1 settembre, a Roma, Gizzi evidenzia che «si focalizzerà sul contributo che la presenza capillare delle farmacie potrà offrire nella distribuzione dei vaccini. Distribuzione che, col probabile riacutizzarsi del fenomeno epidemico, dovrà assumere dimensioni e capacità senza precedenti. Assofarm plaude all’iniziativa del Governo, ricordando però che tutta la vicenda Covid ha fatto emergere un potenziale sanitario delle farmacie che oggi potrebbe essere maggiormente valorizzato».
Le preoccupazioni di Federfarma e Fofi
Marco Cossolo, presidente di Federfarma, e Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi) avevano ipotizzato il rischio di impossibilità, da parte dei pazienti, di vaccinarsi nella prossima stagione invernale e della possibilità di sfruttare la rete delle farmacie territoriali per poter facilitare le dinamiche vaccinali. «Questo – aveva spiegato Marco Cossolo – significa che, in assenza di un canale capillarmente diffuso e facilmente raggiungibile da tutti, qual è la farmacia, molti cittadini, appartenenti soprattutto alla fascia attiva della popolazione e quindi sottoposti a un maggior rischio di contagio, si troverebbero nell’impossibilità di vaccinarsi». Da qui, la convocazione di un tavolo ministeriale sul tema.
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