«Il settore farmacia, inteso come un tempo, non esiste più. Oggi esiste il mondo della salute e del benessere con le sue tante articolazioni». Esordisce così Erika Mallarini, docente presso SDA Bocconi School of Management, presentando a FarmaciaVirtuale.it la sua analisi dello scenario attuale. «Si parte dall’esigenza del cittadino-paziente, che può trovare soluzioni diverse in soggetti che hanno caratteristiche profondamente differenti tra loro. E non stiamo parlando delle differenze tra tipologie di player, ad esempio farmacie indipendenti e farmacie in rete, di canale, ad esempio farmacia e e-commerce, ma di singolo soggetto. La scelta è tra una farmacia e l’altra, perché sono le farmacie a essere profondamente diverse tra loro. Il consumatore oggi sceglie un soggetto non un’istituzione. Ci sono farmacie che rispondono a determinate esigenze, farmacie che rispondono ad altre, farmacie che rispondono molto bene a parecchie esigenze, ma non esiste più la farmacia di tutti e per tutti, né la farmacia come canale privilegiato per quanto riguarda il farmaco. Parlare genericamente di farmacia è quindi riduttivo, perché non permette di cogliere il processo di scelta del cittadino».
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«La farmacia oggi è un “sistema ibrido” che fa anche poco sistema»
La docente descrive i processi cha hanno trasformato profondamente la farmacia attuale. Secondo Mallarini «la farmacia si è trovata a dover gestire diversi nuovi fattori. I consumatori sono stati costretti a cambiare, sia a causa della pandemia sia per via delle evoluzioni del sistema sanitario. Inoltre, sono stati introdotti nuovi farmaci che non transitano più dalla farmacia, perché presentano caratteristiche specifiche che richiedono modalità di distribuzione diversa. Tutto questo ha reso il settore una sorta di sistema ibrido, perché ci sono più soggetti che in modo diverso offrono una soluzione, anche fatta da una combinazione prodotto-servizio, e ci sono varie differenze anche tra Regioni e a livello locale. A fronte di questo nuovo scenario così variegato, il titolare deve essere proattivo e stabilire i suoi obiettivi. Non tutti gli imprenditori farmacisti si riconoscono nello stesso modello di farmacia. Alcuni vogliono diventare un punto di riferimento per il proprio territorio, altri vogliono creare un format innovativo o mettere in pratica la propria idea di farmacia. Ci sono poi quelli che desiderano semplicemente esercitare la propria professione e la parte impresa è funzionale a permettere loro di farlo. Non c’è niente di sbagliato in questa diversità, ma bisogna essere consapevoli che per ciascun modello ci sono leve differenti».
Definire la propria idea di successo
Per raggiungere il successo Mallarini spiega che occorre prima capire cosa si intende per successo e solo dopo elaborare una strategia. «Ognuno di noi ha un’idea diversa “successo”. Se il successo è strettamente di tipo economico, le scelte dovranno orientarsi verso ciò che porta più mercato. Se il successo è inteso dal punto di vista socio-sanitario, la farmacia dovrà offrire soluzioni ai problemi di salute del territorio. Se invece l’idea è un’impresa che crea valore aggiunto per i propri collaboratori, si punterà a realizzare un ambiente lavorativo stimolante, sereno, che assicura una crescita professionale. Sono tutte idee di successo differenti, che portano a intraprendere percorsi diversi. Questo primo passo spesso non viene preso in considerazione. Una volta stabilito dove si vuole arrivare, occorre definire chi rappresenta la domanda. Per avere successo bisogna capire quali sono le esigenze manifeste e latenti del soggetto che determina questo successo. Una volta comprese le necessità a cui rispondere, si passa a selezionare le aree di investimento. Con un buon business plan, trovare i fondi per realizzarlo non sarà un problema, L’analisi della domanda però deve essere sempre aggiornata e diviene indispensabile avvalersi anche di competenze esterne, perché c’è bisogno di supporto per entrare in nuovi business. Si possono quindi intraprendere due strade. Una è entrare in una rete in grado di offrire quel tipo di supporto. L’altra è trovare competenze all’esterno e creare un’organizzazione ad hoc, che non è quella tipica della farmacia tradizionale».
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