mnlf«Una vergogna»: vengono definite così le forme “atipiche” di lavoro dal Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, che attende il referendum promosso dalla CGIL per la cancellazione dei voucher. «La situazione negli ultimi anni è andata peggiorando – ha dichiarato il vice Presidente del MNLF Fabio Romiti, ospite a Radio Articolo 1 – In questo settore non c’era disoccupazione o perlomeno non era ai livelli di allarme. Invece, pur rimanendo ancora sotto al dato del 12% registrato nel Paese, stiamo raggiungendo un 7%. Noi la definiamo una disoccupazione artificiale: negli ultimi anni, anche in periodo di crisi, il settore ha perso 1 o 2 punti percentuali di fatturato, ma in seguito i dati sono rientrati in positivo.
Non vi è una giustificazione economica rispetto alla disoccupazione, ma c’è un ricorso sempre maggiore a forme cosiddette “atipiche”, ai voucher o ai tirocini post laurea, tenendo presente che il farmacista, prima di laurearsi, deve fare sei mesi di tirocinio per legge. L’azienda, in questo modo, può coprire un intero anno solare con due stage, senza assumere persone. Lo stesso vale per i voucher, che dovrebbero coprire esigenze temporali determinate e invece vengono utilizzati per periodi molto prolungati: tutto perché non si ha l’intenzione di assumere un impegno prolungato nel tempo con il lavoratore e si fa di tutto perché il lavoro sia precario». La decisione di ampliare l’orario di apertura delle farmacie avrebbe fatto immaginare uno scenario molto diverso, «avrebbe fatto pensare – ha detto Romiti – che l’occupazione sarebbe salita, e invece si fa ricorso a straordinari, voucher, tirocini post laurea, e gli occupati non aumentano». Tutto questo è stato posto all’attenzione del governo, senza risposte, come sottolinea il MNLF. «Il contratto nazionale di lavoro dei farmacisti dipendenti di farmacia privata è scaduto da 4 anni – ha spiegato il vice Presidente – e la busta paga della categoria è tra le più basse, se non la più bassa, in tutta Europa. Il farmacista guadagna 7,20 euro netti l’ora, uno stipendio abbastanza limitato. Malgrado tutto ciò, non abbiamo avuto risposte dal Ministro Poletti e la controparte Federfarma si rifiuta di sedersi al tavolo delle trattative. Addirittura qualcuno pensa di chiudere o limitare le iscrizioni alla facoltà di Farmacia, adducendo il problema della disoccupazione, che in realtà è determinato da comportamenti che non abbiamo il timore di definire vergognosi». Emblematico al riguardo il caso del giovane farmacista umbro, Dario, pagato a voucher, sollevato da “Il Venerdì di Repubblica” e già affrontato da FarmaciaVirtuale.it. «Ogni mese per lui era un’incognita, – ha commentato Romiti a Radio Articolo 1 – perché non sapeva se avrebbe continuato o meno la sua prestazione pagata a voucher. Ha cercato così di trovare lavoro in tutta Europa e gli hanno offerto in Belgio un’occupazione che non è quella di farmacista, ma che rientra nella sua preparazione: sarà un assistente alla ricerca». In questo caso, secondo Romiti, «il Paese ci rimette, perché lo Stato paga per la preparazione universitaria di questi professionisti e i frutti vengono colti da altri Paesi. Solo perché noi non riusciamo a offrire loro una stabilità, un lavoro dignitoso. Qui non ci perde solo Dario, qui ci perde l’Italia». Il MNLF attende il referendum promosso dalla CGIL per esprimere il suo Sì. «Noi speriamo che questa forma di lavoro sia cancellata al più presto, – ha sottolineato il vice Presidente – perché se l’intento iniziale dei voucher era positivo, poi purtroppo la realtà dei fatti ha dimostrato che si tratta di una forma che incentiva la precarizzazione del lavoro. Se facciamo riferimento ai dati odierni, in cui si dice che l’Europa crescerà dell’1,6% e l’Italia sarà intorno all’1%, si capisce che qui non c’è bisogno di precarizzare, ma di investire sulle capacità produttive anche dei singoli, dando loro maggiori opportunità. Restringere i diritti non serve a portare lavoro e non serve soprattutto a far crescere il Paese».

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