La Conad, società cooperativa attiva nella grande distribuzione organizzata, torna a far sentire la propria voce in merito alle liberalizzazioni, affidando a Sergio Imolesi, segretario nazionale di Ancd, struttura politico-sindacale delle cooperative aderenti al Consorzio Nazionale Conad, il compito di porre l’attenzione su un argomento già affrontato in passato dal gruppo distributivo. Secondo il dirigente infatti, spiega un comunicato, «ancora una volta il Parlamento ha disatteso le aspettative e tradito la fiducia dei cittadini, che da anni attendono un provvedimento che liberalizzi la vendita dei farmaci di fascia C, consentendo di acquistarli a prezzi più ragionevoli», riferendosi a chiare lettere agli emendamenti al ddl Semplificazioni che proponevano di estendere la vendita anche agli esercizi di vicinato dei medicinali di fascia C, con ricetta, a carico del cittadino. «Si apprende dalla stampa – sottolinea Imolesi – che tre delle proposte correttive presentate in fase di conversione del Decreto legge 135/2018, che avevano l’obiettivo di semplificare l’accesso alle cure e stimolare lo sviluppo del settore, sono state respinte. Succede, paradossalmente, negli stessi giorni in cui la stampa dà notizia degli aumenti di prezzo che interessano circa 770 medicinali non rimborsabili. Aumenti stabiliti dalle case produttrici, e che secondo alcune stime comporteranno per i cittadini un esborso medio di circa un euro in più a confezione».

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Dell’argomento liberalizzazioni aveva parlato anche Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, che, in un’intervista a FarmaciaVirtuale.it, illustrava due proposte per il settore, in particolare, «la possibilità di dare migliori sbocchi professionali ai farmacisti che non hanno il privilegio di poter ereditare una farmacia», ma anche «il garantire ai cittadini l’accesso ai medicinali a costi più accessibili». «Bisogna partire da qui – aveva detto Pugliese -, mettendo al centro le persone e i loro bisogni, anziché le lobby e i loro interessi».  Lobby chiamata nuovamente in causa da Imolesi, il quale sottolinea come «ancora una volta dobbiamo constatare che, nonostante gli annunci, la politica ha preferito cedere alle pressioni delle lobby e si è dimostrata sorda ai bisogni delle persone. Non dimentichiamo che oggi moltissimi farmaci per la terapia di malattie croniche e invalidanti rientrano nella fascia C e sono a totale carico del cittadino».

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