mnlfIl Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, assieme alla Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane, ha risposto alle dichiarazioni del presidente della Federazione Internazionale del Farmaco, Carmen Peῆa, che sono state riportate il 20 gennaio dal quotidiano Il Giornale. Quest’ultima si è espressa in merito alla possibile liberalizzazione dei farmaci di fascia C con obbligo di ricetta, dicendosi contraria.
Su tali tipi di medicinali, ha sottolineato il MNLF, «pagati direttamente dai cittadini, rileviamo la completa disinformazione» da parte della dirigente. «Non esistono, come afferma Peῆa, problemi di ordine etico, in quanto a dispensare il farmaco è un professionista laureato ed abilitato, come in farmacia, che a quegli obblighi etici a cui si fa riferimento è obbligato a sottostare. Non esistono inoltre problemi di ordine sanitario per la sicurezza dei cittadini, perché i farmaci oggetto della discussione in Senato sono prescritti da un medico, ed in quanto tali sottostanno a domanda “anelastica”, ovvero non sono né oggetto di abuso né di iperconsumo».
«Alla presidentessa – prosegue il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti -consigliamo di approfondire meglio certe tematiche prima di rilasciare dichiarazioni a difesa di privilegi medievali. Al sindacato dei titolari di farmacia italiani consigliamo altresì di aggiornare con più oculatezza i propri partner difensori dello status quo. Alla Federazione Internazionale del farmaco suggeriamo poi di fare studi più accurati rispetto alle norme sulla distribuzione dei farmaci: si potrebbero evitare brutte figure a livello internazionale».
Secondo l’associazione di farmacisti, in conclusione, non esiste «alcun motivo valido che osti alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C, e di questo se ne è accorta anche Federfarma che non soddisfatta di come procede la campagna di disinformazione va cercando appoggi fuori dei confini nazionali. La liberalizzazione dei farmaci di fascia C è una occasione per l’economia del Paese», perché può contribuire «a creare nuovi posti di lavoro e nuove aziende. Con questa riforma equità ed uguaglianza di opportunità potranno finalmente entrare in una delle categorie, quella dei farmacisti, ancorata a vecchi privilegi e rendite di posizione».

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