Dopo il Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf) è la volta della Federazione nazionale parafarmacie italiane (Fnpi). Anche i farmacisti titolari di parafarmacia puntano infatti il dito contro la Federazione nazionale associazioni giovani farmacisti, a loro avviso colpevole di aver affermato «che le libearlizzazioni di Bersani siano state un grande favore per la gdo», nel corso di un incontro con Marialucia Lorefice, presidente della XII commissione Affari Sociali della Camera, con la presenza di Giuseppe Chiazzese, farmacista e parlamentare. In una nota affidata ad Angelo Occhipinti, vice presidente della Fnpi, i farmacisti evidenziano come la Fenagifar, «nel porre il problema occupazionale per i giovani farmacisti», raccomandi di «non fare ulteriore liberalizzazioni».
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Secondo il dirigente infatti «Fenagifar finge di ignorare il dato macroscopico di 4300 parafarmacie e circa 10000 posti di lavoro, molti di questi per giovani farmacisti, creati proprio dalla legge Bersani in questi anni». Inoltre, spiega Occhipinti, «dire che le liberalizzazioni sono state un grande favore per la gdo è quantomeno illogico, quando nei fatti le parafarmacie della gdo sono meno del 10% (circa 360) del totale». «Vero – aggiunge – è che le parafarmacie della gdo spesso fatturano molto di più di quelle dei farmacisti “di vicinato”, ma rimane il fatto che grazie alle legge Bersani migliaia di farmacisti in Italia hanno un posto di lavoro e ci sono 4300 attività sul territorio italiano che forniscono servizi e pagano le tasse». Occhipinti inoltre evidenzia che «non capiamo come proprio Fenagifar invece di attaccare l’unica esperienza da dieci anni a questa parte che ha creato qualche minima opportunità per i giovani farmacisti non dica nulla contro un sistema di accesso alla professione non libero e non meritocratico, l’ereditarietà di una concessione statale vinta per concorso o il capitale privato nella proprietà delle farmacie». «Tutti seri e reali problemi – conclude – per chi da giovane farmacista (non figlio di titolare) si vuole approcciare la mondo del lavoro».
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