Mafia, capitali e proprietà delle farmacie. I rischi di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel mondo della farmacia, anche in relazione alle novità contenute nel testo del Ddl Concorrenza in discussione al Senato, hanno sollevato non poche polemiche nei mesi passati. FarmaciaVirtuale.it ha raccolto il parere del senatore Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani.
[Per non perdere le novità di settore, iscriviti alla newsletter di FarmaciaVirtuale.it, nella tua email alle 7:00, dal lunedì al venerdì. Apri questo link]
Alcuni rappresentanti dei farmacisti, uno su tutto il presidente di Federfarma Palermo, Roberto Tobia, insistono da mesi sul rischio che l’apertura del capitale delle farmacie inserita nel Ddl Concorrenza possa spalancare le porte del business alla criminalità. Lei condivide queste preoccupazioni?
La Fofi ha richiamato l’attenzione su questo aspetto da subito, ci fu un intervento del segretario Maurizio Pace già all’indomani della presentazione del disegno di legge. È evidente che la criminalità organizzata è costantemente alla ricerca di occasioni per ripulire proventi illeciti e rendendo più semplice l’accesso a un’attività finora regolata come l’esercizio di una farmacia si crea un’occasione in più, anche considerando che il DdL prevede la possibilità di integrazioni orizzontali che consentono di raggiungere dimensioni economiche di un certo rilievo. È senz’altro un elemento di preoccupazione.
La normativa attuale è in grado di scongiurare i rischi?
In senso stretto non esiste un capitolo della regolazione attuale della distribuzione del farmaco che preveda misure volte esplicitamente a limitare la possibilità di infiltrazione. Diciamo che la riserva della titolarità al farmacista, i limiti posti al numero di presidi che il singolo o la società di professionisti possono detenere costituiscono un freno naturale, per così dire. Del resto mi pare che siano ben pochi i settori economici “blindati” rispetto alle infiltrazioni criminali.
All’inizio di agosto la Regione Lazio ha bloccato l’assegnazione di di 274 sedi farmaceutiche proprio per rischi connessi alla criminalità organizzata: lei condivide la scelta “prudenziale” di Zingaretti?
Se il presidente Zingaretti ha elementi per ritenere concreto e identificabile questo rischio non si può che condividere la scelta. Ci auguriamo semmai che la situazione possa sbloccarsi in tempi compatibili con le legittime aspettative di tanti colleghi che attendono l’esito di questo concorso che, ormai, di straordinario ha soprattutto la lunghezza.
Meno di un anno fa il procuratore capo di Salerno, Corrado Lembo, aveva dichiarato: «Oggi il mafioso o il figlio del mafioso studiano in facoltà ben individuate. Perché si laureano in farmacia? Perché le farmacie sono veicoli di riciclaggio…». Come Ordine professionale avete in qualche modo avvertito il problema?
Il dottor Lembo ha perfettamente ragione: la farmacia può essere un veicolo di riciclaggio, così come un megastore di elettronica di consumo, una clinica privata e tante altre attività economiche. Non è certo l’Ordine professionale che può rilevare un maggiore o minore interesse dei rampolli della malavita per il corso di laurea in farmacia: possiamo apprenderlo solo dai giornali come tutti gli altri cittadini.
Non perdere gli aggiornamenti sul mondo della farmacia
Riceverai le novità sui principali fatti di attualità.
Puoi annullare l'iscrizione con un click. Non condivideremo mai il tuo indirizzo email con terzi.