Le giunte regionali pugliese e campana hanno autorizzato con due distinti provvedimenti dei rispettivi servizi farmaceutici la possibilità, da parte delle farmacie aperte al pubblico, di poter svolgere il servizio a “battenti chiusi”, come forma di tutela ulteriore per far fronte all’emergenza coronavirus. Secondo quanto riportato dall’Ordine dei farmacisti di Bari e Bat «il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha accolto la richiesta formulata dagli Ordini pugliesi in considerazione della condizione di maggiore esposizione al rischio di contagio dei farmacisti». Luigi d’Ambrosio Lettieri evidenzia in proposito che «i farmacisti restano sul campo, sia chiaro. In questa grave emergenza sanitaria sono davvero in trincea e sono un esempio di coraggio, generosità e dedizione alla comunità. Ovunque essi operino, stanno svolgendo un compito difficile negli ospedali, nelle farmacie e negli esercizi di vicinato».

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Quanto alla Campania, la possibilità di erogare il servizio a “battenti chiusi” fa seguito alle «richieste pervenute – si legge nel provvedimento regionale – da parte delle organizzazioni sindacali dei titolari di farmacia e ordinistiche». Tale possibilità può essere operata facoltativamente «in casi di particolari criticità – prosegue la Regione – o laddove non venisse garantito un adeguato sistema di protezione individuale al personale presente». La stessa Regione porge «un sentito ringraziamento ai farmacisti e al personale del comparto per il prezioso contributo che stanno dando alle azioni di contenimento della diffusione dell’epidemia da Covid-19».

Puglia e Campania si aggiungono a Lombardia e Piemonte. Queste ultime già da alcuni giorni hanno ottenuto la possibilità di erogare a “battenti chiusi”, sulla base di una richiesta della Fofi. È utile ricordare che in una nuova missiva firmata da Marco Cossolo, Federfarma aveva sollecitato il governo ad intervenire a protezione dell’operato dei farmacisti. «La prego di considerare l’ipotesi di consentire ai colleghi – aveva scritto Marco Cossolo -, in via opzionale, di svolgere il proprio servizio a battenti chiusi, così riducendo due fattori di pericolo: quello a cui i colleghi sono esposti nel contatto con l’utenza e quello per i cittadini che difficilmente riescono a mantenere una distanza interpersonale di almeno un metro allorquando si stazioni all’interno o all’esterno della farmacia».

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